Da Bergamo contro lo spreco alimentare
«Buttati 180 kg di cibo l’anno per capite»

«Oggi è con piacere che, proprio partendo da Bergamo, diamo avvio a una serie di incontri nelle Sedi territoriali di Regione Lombardia per parlare di un tema caro a chi si occupa di Ambiente e che deve essere ancora più sentito da chi si occupa di formazione: si tratta del tema dello spreco alimentare e dell’educazione allo sviluppo sostenibile, strettamente connesso al tema di Expo».

Così l’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Maria Terzi ha aperto, questa mattina, allo Ster di Bergamo, il primo incontro formativo dal titolo «L’educazione ambientale nelle scuole lombarde per la lotta allo spreco alimentare».

IL PROGETTO - «Il progetto di cui parliamo oggi - chiosa Terzi - chiamato “l’ABC contro lo Spreco Alimentare”, nasce dalla stretta collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, con l’obbiettivo di introdurre l’insegnamento del tema dello spreco alimentare nelle scuole primarie e secondarie della nostra regione». «L’educazione scolastica - prosegue l’assessore - deve rivestire un ruolo fondamentale per far maturare nei giovani una maggior consapevolezza del rapporto tra cibo e ambiente, e dei problemi generati dallo spreco alimentare: è questo un primo passo per cambiare la nostra società e prevenire gli effetti negativi di queste cattive abitudini».

I VANTAGGI - «Contrastando lo spreco, si ottengono numerosi effetti positivi - fa presente la titolare lombarda dell’Ambiente -: si agisce per prevenire la formazione di rifiuti, e ciò ci permette di diminuire impatti rilevanti sull’ambiente: sprecare meno significa anche inquinare meno (in termini di minori emissioni, di risparmio di energia, e di vantaggi anche economici dovuti al mancato costo di smaltimento dei rifiuti). Quando parliamo di sprechi alimentari non parliamo solo di cibo, ma anche di tutto cio’ che lo spreco implica: non solo le pietanze che avanzano nella quotidianità o gli sprechi della filiera agroalimentare, ma anche lo spreco di energia, il problema di una produzione eccessiva di CO2, e dell’impatto che gli sprechi hanno sulle materie prime fondamentali per la sopravvivenza dell’uomo».

I NUMERI DELLO SPRECO - «Per far capire la portata del problema, a livello globale, può essere utile dare qualche cifra - spiega Terzi -: circa un terzo della produzione mondiale di cibo destinata al consumo umano si perde lungo la filiera alimentare ogni anno, e corrisponde a 1,6 miliardi di tonnellate di alimenti. Il quantitativo di acqua richiesto per produrre il cibo sprecato ogni anno nel mondo è pari a circa 250.000 miliardi di litri, un quantitativo sufficiente per soddisfare i consumi domestici di acqua di una città come New York per i prossimi 120 anni».

«Il cibo sprecato ogni anno nel mondo - continua l’assessore - è responsabile dell’immissione in atmosfera di circa 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (CO2eq). Se lo spreco alimentare fosse un Paese, sarebbe il terzo produttore mondiale di anidride carbonica dopo USA e China». «Ma anche in Europa - ammette l’assessore - non mancano dati preoccupanti: la quantità annuale di cibo sprecato è pari a 89 milioni di tonnellate (circa 180 kg pro capite). Lo spreco è ingente e riguarda l’intera filiera alimentare, tuttavia - rileva l’assessore - il 42 per cento di esso avviene tra le mura domestiche e potrebbe essere evitato con l’impegno di tutti noi».

IL RUOLO DELLA SCUOLA - «Il nostro auspicio - precisa Terzi - è che, con il supporto delle scuole e delle famiglie, possiamo raggiungere l’obbiettivo di creare la giusta consapevolezza per riflettere sulle conseguenze delle nostre scelte in materia di alimentazione e per riflettere sul valore del cibo: sulla sua funzione nutritiva, sul suo valore sociale e culturale, sul tema della sicurezza alimentare e sull’utilizzo del cibo come mezzo per rispettare l’ambiente (consumo responsabile significa minori impatti su ambiente). In tal senso, la scuola, per la sua valenza educativa, puo’ diventare lo strumento privilegiato di sensibilizzazione al problema degli sprechi alimentari: non solo per gli studenti, ma, attraverso di loro, per tutte le famiglie lombarde”.

L’IMPEGNO DI REGIONE - «Gli sforzi di Regione Lombardia negli ultimi anni si sono intensificati - ricorda Terzi -, per promuovere azioni in rete con diverse Istituzioni e realtà del territorio, volte a tutelare maggiormente la salute dei cittadini e dell’ambiente attraverso la promozione dell’educazione ambientale e dello sviluppo sostenibile. Proprio ieri, a Expo, abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa tra Pubbliche amministrazioni, la grande distribuzione e alcune tra le associazioni no profit, per dar vita a un progetto sperimentale, denominato “Reti territoriali virtuose contro lo spreco alimentare”, e avviare un’azione significativa sul tema dello spreco alimentare».

LE INIZIATIVE - La titolare regionale all’Ambiente ha quindi ricordato le numerose iniziative sviluppate all’interno delle aree protette, nel circuito delle fattorie didattiche, attraverso i Centri regionali di Educazione ambientale e alle manifestazioni annuali di «Expo Scuolambiente», (giunto alla sua 21ª edizione).

TAVOLO PERMANENTE - «Regione Lombardia - ha spiegato Terzi - ha anche attivato un Tavolo permanente per l’educazione ambientale, che ha permesso di sottoscrivere, a gennaio 2015, un Protocollo d’Intesa con l’Ufficio scolastico regionale della Lombardia finalizzato a favorire l’educazione ambientale negli istituti lombardi di istruzione e formazione».

OBIETTIVO AMBIZIOSO - «Non è un obiettivo semplice quello di salvaguardare l’ambiente e, allo stesso tempo, la nostra salute attraverso politiche orientate sempre più verso la sostenibilità - ammette Terzi -, ma è necessario che le azioni messe in atto aiutino i cittadini a essere più consapevoli di fronte a questi problemi e a diventare più responsabili, modificando abitudini e comportamenti sbagliati». «Tutti risultati - conclude l’assessore - perseguibili attraverso la buona pratica dell’Educazione ambientale, parte della formazione dei nostri giovani, grazie alla quale potremo orientare i comportamenti, individuali e collettivi, al raggiungimento di un equilibrio più sostenibile con l’ambiente».

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