Da giovani precari ad anziani poveri
Il futuro della generazione 1.000 euro

Il quadro, decisamente pesante, di una ricerca del Censis sull’occupazione giovanile e le prospettive di pensione. Se ci saranno.

«Oggi giovani precari, domani anziani poveri». Una ricerca del Censis, realizzata con Fondazione General indica che la «generazione 1000 euro» avrà ancora meno a fine carriera. Con pensioni molto basse. Il 40% dei lavoratori dipendenti di 25-34 anni ha una retribuzione netta media mensile fino a 1.000 euro: di questi,il 65% «avrà una pensione sotto i 1.000 euro, pur con avanzamenti di carriera medi assimilabili a quelli delle generazioni che li hanno preceduti». Alla generazione 1.000 euro era stato dedicato anche un film , dal trailer decisamente emblematico.

E l’allarme del Censis «riguarda i più “fortunati”, cioè i 3,4 milioni di giovani oggi ben inseriti nel mercato del lavoro, con contratti standard». Poi «ci sono 890.000 giovani 25-34enni autonomi o con contratti di collaborazione e quasi 2,3 milioni di Neet, che non studiano né lavorano. Se continua così, i giovani precari di oggi diventeranno gli anziani poveri di domani», sottolinea la ricerca.

Il regime contributivo puro «cozza con la reale condizione» dei giovani di 18-34 anni: «La loro pensione dipenderà dalla capacità che avranno di versare contributi presto e con continuità», ma per il 61% hanno «avuto finora una contribuzione pensionistica intermittente, perché sono rimasti spesso senza lavoro o perché hanno lavorato in nero». E «per avere pensioni migliori, l’unica soluzione è lavorare fino ad età avanzata, allo sfinimento».

Il quadro del mercato del lavoro non aiuta: «L’occupazione dei giovani è crollata». La perdita di occupazione giovanile «tradotta in costo sociale è stata pari a 120 miliardi di euro, cioè un valore pari al Pil di tre Paesi europei come Lussemburgo, Croazia e Lituania messi insieme».

© RIPRODUZIONE RISERVATA