Venerdì 14 Giugno 2013
Danni per centinaia di migliaia di euro
Arcene, lo scoppio ha fatto paura

Il rogo è stato anticipato da una fortissima esplosione. Subito dopo si sono innalzate alte colonne di fumo nero, visibili anche ad alcuni chilometri di distanza. In quel momento nel capannone della Cmp c'erano un operaio, lo zio e la sorella del titolare, Justine Frigerio, che si trovava insieme a un'amica.
La causa del rogo è ancora in fase di accertamento da parte dei vigili del fuoco, intervenuti in forze per spegnerlo. Già escluso comunque che si tratti di un incendio doloso. L'esplosione, avvenuta intorno alle 11, ha fatto tremare i muri dei capannoni di un'azienda vicina, la Ciesse.
Alcuni suoi dipendenti si sono precipitati in direzione della Cmp dove, per sicurezza, hanno subito staccato dai contatori esterni il metano e l'energia elettrica del capannone in fiamme. Poi sono corsi verso le altre due persone che si trovavano nel capannone quando è scoppiato l'incendio: lo zio del titolare e l'operaio, un cubano. Entrambi sono stati portati in ambulanza al Policlinico San Marco di Zingonia: il primo è stato giudicato guaribile in venti giorni, il secondo in sette.
Due ore per lo spegnimento. A quanto risulta, al momento dello scoppio l'operaio stava effettuando delle operazioni di saldatura usando una bombola di ossido acetilenico. E una delle possibili cause dell'accaduto, per i vigili del fuoco, potrebbe essere stata proprio l'esplosione di un tubo collegato alla bombola.
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a.ceresoli
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