Delitto di Chiuduno, nuove piste
Un’altro uomo sotto protezione

La cronaca dell’omicidio di Giuseppe Realini

Giuseppe Realini - l’artigiano ucciso l’altra notte a Chiuduno con tre colpi di pistola davanti a casa - non aveva fornito agli inquirenti alcun dettaglio che potesse portare a individuare gli assassini di Leone Signorelli, del cui delitto era stato testimone oculare la sera dello scorso 25 aprile. Ecco perché - come ha spiegato oggi il procuratore della Repubblica di Bergamo, Adriano Galizzi - per le indagini non vengono scartate altre piste. Il delitto, che porterebbe l’inequivocabile firma della ’ndranghera, potrebbe essere insomma stato pianificato non tanto per evitare una testimonianza sul delitto del 25 aprile a Castelli Calepio, quanto magari perché la mafia temeva che Realini potesse essere venuto a conoscenza di scomode verità raccontate da Leone Signorelli.Intanto la Procura ha anche confermato che per il primo omicidio c’è un’altra persona sotto protezione: si tratterebbe di un uomo che conosceva bene Signorelli, e che la sera del 25 aprile 2007 si trovava poco lontano dal luogo del delitto. Per lui, come per Giuseppe Realini, a maggio era stata richiesta dalla Procura al Comitato provinciale per la sicurezza una protezione. Protezione che era stata concessa, con frequenti passaggi di pattuglie delle forze dell’ordine nei pressi delle abitazioni. Ora per l’altro testimone del delitto di Castelli Calepio la sorveglianza sarebbe stata rafforzata.(13/09/2007)

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