Dipendenti pubblici e congedo di paternità
La Regione approva una mozione

L’obiettivo è far emanare una specifica normativa per il congedo di paternità dei dipendenti pubblici, ad oggi non concesso. Il Consiglio regionale lombardo ha approvato una mozione.

Mozione che chiede alla Giunta di sollecitare il ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione. «L’emancipazione della donna sul lavoro - spiega Antonio Saggese, primo firmatario e consigliere regionale del gruppo Maroni Presidente - avviene anche attraverso il coinvolgimento del padre nella cura dei figli: avere il tempo per poter fare il padre diventa importante per tutte le famiglie e anche nel caso delle coppie separate»

I padri, dice ancora Saggese - «devono avere la possibilità di essere più presenti nella vita dei loro figli, senza gravare sempre e solo sulle madri. La Legge Fornero del 2012 contiene disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita al fine di sostenere la genitorialità. La stessa, in via sperimentale per gli anni 2013-2015, ha previsto che il padre lavoratore dipendente, entro i cinque mesi dalla nascita del figlio, abbia l’obbligo di astenersi dal lavoro per un periodo di un giorno oltre a due facoltativi in accordo con la madre».

«Tale normativa, però - prosegue il consigliere - non è direttamente applicabile ai rapporti di lavoro dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. La sua applicazione è infatti subordinata all’approvazione di apposita normativa su iniziativa del ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione».

«Siamo di fronte a una situazione paradossale, in quanto senza tale normativa i padri che lavorano come dipendenti nelle pubbliche amministrazioni, vengono privati di un diritto previsto dalla legge. In questo modo - conclude Saggese - viene meno il raggiungimento degli obiettivi per cui la legge è stata istituita e non si permette ai genitori di condividere le cure dei figli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA