Ebola, un medico ricoverato a Milano
Test importante per la Sanità lombarda

Se ne parla poco, ma la minaccia di Ebola purtroppo è ancora reale. Fortunatamente l’operatore sanitario ricoverato all’ospedale Sacco di Milano per accertamenti e risultato negativo al primo test sulla presenza del virus.

Si tratta di un medico che ha lavorato nel Centro di cura dei malati di Ebola di Emergency in Sierra Leone. Lo conferma la stessa associazione che sul suo sito precisa anche che «come da prassi, il test verrà ripetuto fra 48 ore». Il trasferimento del medico - aggiunge Emergency - è avvenuto secondo le procedure previste per evitare qualsiasi possibile contaminazione.

L’associazione, che contattata telefonicamente non ha rilasciato ulteriori informazioni per tutelare la privacy del medico, ha precisato nella stessa nota che i propri operatori «anche al loro ritorno in Italia, sono tenuti a seguire procedure di sicurezza condivise con il ministero della Salute italiano».

Si è trattato comunque di un test importante per la Sanità lombarda. «Questa notte il sistema sanitario lombardo e tutta la macchina definita per la gestione di possibili pazienti affetti da sintomatologia sospetta ha dato prova di funzionare con rapidità, efficienza, discrezione. Ora attendiamo l’esito delle analisi che per ora sono fortunatamente negative, ma intanto non posso che sottolineare con piacere come tutto abbia perfettamente funzionato». Così il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani dopo l’arrivo al Sacco di Milano. Ora il medico è ricoverato presso il reparto specializzato dell’Azienda Ospedaliera dove sono in corso le procedure per escludere il possibile contagio dal virus Ebola.

SISTEMA AVVIATO TEMPESTIVAMENTE
A seguito della segnalazione, la direzione dell’Azienda Ospedaliera, in stretto contatto con Areu e i vertici dell’Assessorato alla Salute, hanno subito avviato il sistema da tempo previsto per la gestione di situazioni di questo tipo.

Il paziente, un operatore sanitario rientrato in Italia dopo alcuni mesi in Sierra Leone, in cui aveva lavorato come volontario, è stato prontamente prelevato presso il domicilio dall’autoambulanza dedicata all’alto biocontenimento, sentiti i Vigili del Fuoco e la Polizia di Stato.

ATTIVAZIONE OSPEDALE
Intanto presso l’Ospedale si è proceduto al censimento dei posti letto liberi per eventuale spostamento dei pazienti ricoverati nel reparto ad alto isolamento e alla collocazione delle reti di recinzione al fine di consentire le manovre all’ambulanza in arrivo; si è altresì provveduto alla verifica dei flussi di aria nell’area isolata tramite il pronto intervento dell’Ufficio Tecnico e a clorare le vasche di scarico reflui sempre previste dalla procedura.

L’Areu ha bloccato il flusso di tutte le ambulanze verso l’ospedale Sacco ed è iniziata una verifica di tutti i processi interni in attesa dell’arrivo del paziente. Tre ore dopo è giunta al Pronto Soccorso l’autoambulanza; il paziente è stato immediatamente posto in area di isolamento, con l’avvio di tutte le analisi necessarie coordinate dalla Direzione Sanitaria dell’Ospedale.

PROVA GENERALE PER MASSIMA SICUREZZA CITTADINI
«Per affrontare un’emergenza è necessaria la massima tempestività e competenza - ha concluso Mantovani -. L’attività è stata una nuova prova generale che ha confermato la capacità della Regione di poter garantire la massima sicurezza ai cittadini, anche in vista degli impegni che ci aspettano con l’inizio di Expo e l’arrivo di tantissimi cittadini da tutto il mondo».

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