Ecco come invecchiare bene
400 ultra65enni sperimentano

Chi l’ha detto che invecchiare è certezza di esclusione sociale e di perdita di autonomia? Molto si può fare, per mantenersi in buona salute e per restare parte attiva della comunità in cui si vive.

Addirittura si può sapere in anticipo se è necessario cambiare stile di vita, di alimentazione, se va modificata la propria agenda quotidiana, per inserirvi attività motorie o sportive, così da garantirsi una «terza età» soddisfacente dal punto di vista fisico e psicosociale: tutto questo si chiama «medicina predittiva» e il servizio, innovativo per tutta Italia, apre a Bergamo da martedì, al Centro studi Don Orione, Unità di medicina sperimentale in via Don Orione, 6.

Il servizio, gratuito, vede in campo l’Asl come ente erogatore del servizio e titolare del progetto, con l’apporto del Centro Don Orione, l’Università di Bergamo, e la collaborazione della Provincia autonoma e l’Università di Trento: saranno 400 gli ultrasessantacinquenni reclutati per il progetto sperimentale di «valutazione e prevenzione del rischio di perdita di autonomia nella popolazione over 65» (sono esclusi i soggetti con palesi segni di demenza e non più autosufficienti), la gran parte già coinvolti con incontri informativi organizzati da diversi Comuni della Bergamasca (attualmente sono 15 che hanno già aderito, compresa Bergamo, dall’Isola all’hinterland, passando per San Paolo d’Argon fino a Casazza).

«Il progetto ha una grande valenza di inclusione sociale - sottolinea Mara Azzi, direttore generale dell’Asl -. Chiusa la fase sperimentale, infatti, l’obiettivo è far diventare questo servizio parte integrante di un sistema per il miglioramento della qualità della vita. Contiamo, con i dati raccolti, di preparare modelli di valutazione che consentano di indicare come invecchiare meglio. E di consigliare alle comunità come operare perché gli anziani siano una risorsa per sé e per gli altri».

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