Esplosione alla cartiera di Lallio
Le persone indagate sono 13

Omicidio colposo e disastro colposo. La sintesi delle carte giudiziarie forse non riesce a raccontare il terrore di quella notte alla cartiera Cama di Lallio, quando, il 25 ottobre, la caldaia esplose uccidendo Rosario Spampinato.

Omicidio colposo e disastro colposo. La sintesi delle carte giudiziarie forse non riesce a raccontare il terrore, lo spavento e l'angoscia di quella notte alla cartiera Cama di Lallio, quando, il 25 ottobre, la caldaia esplose uccidendo l'addetto, Rosario Spampinato, 50 anni, sparando ovunque, come proiettili da cannone, macchinari e pezzi di cemento.

Che cosa causò quella deflagrazione? È stato un errore umano o la conseguenza di una serie di precauzioni e norme di prevenzione ignorate? Di un'imprudenza, di mancati controlli tecnici o di noncuranza imprenditoriale? Sono le domande a cui sta cercando di rispondere l'inchiesta aperta dal pm Maria Esposito.

Un fascicolo che è partito con due indagati - il titolare e il direttore della Cama - e che è arrivato a contarne attualmente 13, inghiottendo altre 11 persone fra personale dell'Asl e dell'ex Ispesl, l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro.

L'area interessata dall'esplosione è ancora sotto sequestro e lo resterà presumibilmente fino a quando l'ingegner Davide Levo, l'esperto a cui il sostituto procuratore ha affidato la consulenza, non avrà terminato il suo lavoro.

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