Expo, controlli all’ingresso: coltelli vietati
Ma dentro si possono comprare - Foto

Un lettore segnala: «Sequestrato all’ingresso un coltellino di 4 centimetri che avevo dimenticato in una tasca, ma tra i padiglioni sono in vendita coltelli e macete: con 12 euro una lama di 7 centimetri».

«Non portatevi armi da casa, potete comprarle comodamente all’interno di Expo». La butta sul ridere, immaginando un bonario consiglio ai malintenzionati, il lettore della Val Brembana che ha segnalato alla nostra redazione quanto accadutogli durante la visita con alcuni amici, la scorsa settimana, ai padiglioni di Expo Milano 2015.

Lui è un tranquillo valligiano di mezza età, di quelli con il portafoglio «tatuato» nella tasca posteriore dei pantaloni, al punto da prenderne la forma in questo luglio di afa e calura. «Al gate di ingresso – spiega – siamo stati invitati a deporre nelle vaschette (che poi passano ai raggi X) i nostri effetti personali: orologio, cintura con fibbia troppo vistosa, portafogli, cellulare e monetine. Ho capito solo allora di aver dimenticato in tasca il piccolo coltellino che ho sempre con me, con una lama di circa quattro centimetri». Una banale dimenticanza, per un arnese sempre pronto all’occorrenza nei boschi, a caccia o per funghi, ma anche per necessità pratiche quotidiane, per tagliare uno spago, chiudere una vite o semplicemente sbucciare una mela.

«Mi è stato detto che non potevo, giustamente, portarlo all’interno, ma nemmeno lasciarlo in deposito per riprenderlo all’uscita: una procedura non prevista. L’addetto con ferma cortesia l’ha semplicemente sequestrato e buttato via». Il lettore se ne fa una ragione, o addirittura una colpa, dato che in questo senso le prescrizioni reperibili facilmente sul sito ufficiale di Expo, nella sezione «Domande frequenti» e nei termini di emissione del biglietto, sono chiare e dettagliate. «All’interno del sito espositivo – si legge nell’elenco delle principali prescrizioni – non è consentito introdurre oggetti dotati di una punta acuminata o di un’estremità affilata che possono essere utilizzati per provocare ferite gravi». Segue una lunga lista che elenca asce, accette, mannaie, piccozze, lame da rasoio, taglierini, coltelli, forbici, attrezzature per arti marziali, spade e sciabole. Nulla da eccepire dunque, nemmeno per il visitatore brembano, al quale però i conti non tornano al momento di visitare, lungo il Decumano, alcuni padiglioni.

«C’erano esposti coltelli e macete di varie forme – sottolinea – con lame lunghe anche decine di centimetri. Abbiamo pensato a una semplice esposizione, ma ci hanno confermato che i coltelli erano regolarmente in vendita». Lo stupore aumenta al gettonatissimo padiglione della Francia, dove i nostri accettano anche un poco di coda. Fra vigneti e brasseries, con bottiglie e baguettes che penzolano dalle volta di un’ideale cantina in legno del Giura, si esalta anche la produzione dei celeberrimi coltelli a serramanico della Savoia. Sono contrassegnati dal nome di una nota marca che nelle nostre valli è addirittura divenuto il termine dialettale che in Bergamasco identifica i piccoli coltelli da tasca.

«Ho acquistato il mio souvenir come tanti – conclude il nostro lettore serenamente stupito – e con 12 euro mi sono portato in tasca fra i padiglioni (e naturalmente a casa) un coltellino con sette centimetri di lama». Per par condicio «alpina», va detto che coltellini a serramanico, nella tradizionale versione multifunzione, sono in vendita anche nello shop del padiglione Svizzera, a un costo di 39 euro, e in molte altre aree del sito espositivo. Diciamola alla francese: «souvenir oblige».

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