Federconsumatori: «Aperture festive dei negozi: coerenza e correttezza sono merci rare»

«Sulle aperture festive dei negozi coerenza e correttezza sono merci rare». È quello che scrive Umberto Dolci, di Federconsumatori Bergamo. Ecco il suo intervento:

«Premesso che la normativa regionale in atto consente l’apertura nei giorni festivi per i negozi di superficie inferiore ai 250 metri quadrati e a tutti quelli situati in centro storico (e i centri storici in Bergamo non si individuano soltanto in Città Alta), la questione si pone in quanto s’è levata la protesta di commercianti che si lamentano perché non possono tenere aperto sabato 25 aprile.

Sin qui, se non fosse che i negozianti sbagliano indirizzo nel rivolgere le loro doglianze al Comune, non avrei nulla da eccepire: ognuno è libero di esprimere i propri pareri e difendere i propri interessi. La cosa inaccettabile, nella polemica che s’è innescata, sono le dichiarazioni fatte dai rappresentanti di Ascom e Confesercenti.

I rappresentanti dei commercianti non possono non sapere che esiste una (brutta) legge regionale, della quale si sono fatti forti quando a loro conveniva, per cui non è il Comune a decidere in merito alle deroghe sulle aperture domenicali, ma la decisione spetta alla commissione di cui loro, oltre alle associazioni dei consumatori, alle rappresentanze sindacali dei lavoratori e, per primo, dall’assessore al commercio, fanno parte.

Non possono in commissione far valere il principio che le deroghe devono essere approvate all’unanimità, oppure non possono essere approvate. Non possono fingere di dimenticare che anche loro hanno impedito che a Bergamo vi fossero deroghe d’apertura ulteriori a quelle previste dalla Regione.

Non possono far finta di nulla sul fatto che la Commissione all’unanimità, dopo estenuanti e inconcludenti tentativi di mediare tra le posizioni di Federconsumatori che proponeva di utilizzare le 10 giornate supplementari di apertura a disposizione e la loro posizione di netta chiusura a “difesa” dei negozi di vicinato (assieme a quella altrettanto contraria alle aperture sostenuta dei sindacati), decise di delegare all’assessore la scelta delle date per le tre ulteriori giornate in deroga a disposizione, quelle sì, dell’Amministrazione.

Con un’unica raccomandazione, fatta dai commercianti, che le date scelte non coincidessero con quelle di eventuali “domeniche ecologiche”: che senza auto in centro i commerci languono. Ora che gli stessi autori delle mancate aperture si levino ad accusare chi non c’entra con le loro scelte corporative è ingiusto, inopportuno e incoerente.

Anche il candidato sindaco Tentorio, persona notoriamente corretta, dovrebbe riconoscere che la deroga non spetta al Comune ma alla commissione per questo istituita».

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