Festa della Liberazione per 5 mila
Gori: il 25 aprile ha cambiato la storia

È stata una Festa della Liberazione, il 70° anniversario, molto partecipata a Bergamo dove un fiume di persone, c’erano diversi sindaci, tra cui Giorgio Gori, e il presidente della Provincia Matteo Rossi, associazioni di ex combattenti e reduci, molti elettori del Pd, ha percorso stamattina viale Papa Giovanni XXIII diretto in piazza Vittorio Veneto per i discorsi di commemorazione. Le forze dell’ordine hanno stimato circa 4-5 mila presenze. Nessuna tensione e solo qualche problema al traffico.

Un corteo alternativo, composto da circa trecento persone, molti rappresentanti dei Centri sociali, si è staccato dal corteo ufficiale all’altezza dell’incrocio con via Tasso e si è diretto piazzetta Santo Spirito per fermarsi davanti alla lapide che ricorda Ferruccio Dell’Orto: sono stati cantati cori inneggianti alla Resistenza ed è stato lasciato un mazzo di rose rosse.

In piazza Vittorio, prima dei discorsi, c’è stato l’omaggio delle autorità, delle rappresentanze militari e civili e la deposizione delle corone d’alloro alla Torre dei Caduti e al Monumento al Partigiano con cerimonia di intitolazione dei «Giardini 25 aprile». Un momento toccante che è stato disturbato da una camionetta dei Centri sociali che sparava musica a tutto volume.

Presente anche il ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina. Il saluto è stato dato da Carlo Salvioni, presidente del Comitato Bergamasco Antifascista, che ha espresso tutta la sua solidarietà al sindaco di Dalmine, Lorella Alessio, sottoposta a un’aggressione politica per la sua disponibilità ad aiutare profughi che stanno scappando da guerre e violenze.

Il sindaco Giorgio Gori ha sottolineato che «la festa del 25 aprile è la festa di tutta l’Italia. A chi pensa che sia un giorno come un altro ricordo le parole di Norberto Bobbio che disse che senza il 25 aprile la storia d’Italia non sarebbe la storia di un popolo libero».

Il presidente della Provincia, Matteo Rossi, ha citato la Costituzione come eredità della Resistenza e ha puntato l’accento sull’importanza delle autonomia locali e, tema molto caldo, e sull’accoglienza ai profughi che non deve mancare.

Piera Vitali, partigiana della 86ª Brigata Garibaldi, non è riuscita a essere presente, ha 92 anni, si è così presentato sul palco Giuseppe Giupponi, 85 anni, «felice per vedere la piazza gremita, tanto che sento un po’ meno male alle gambe». La studentessa universitaria Clara Colombo ha invece ricordato l’importanza delle donne nella lotta della Resistenza.


In precedenza al Cimitero Civico (Campo dei Caduti per la Libertà) c’era stata la celebrazione della Santa Messa e la deposizione delle corone d’alloro e, subito dopo, sempre al Cimitero Civico (Cappella del Famedio) , si era svolta la cerimonia di scoprimento della lapide in memoria di Ezio Zambianchi, primo prefetto di Bergamo liberata. Al Parco delle Rimembranze della Rocca (Piazzale Brigata Legnano), invece, la cerimonia di commemorazione e deposizione delle corone d’alloro alle lapidi che ricordano i Caduti per la Libertà, i Caduti nei Campi di Concentramento e al monumento ai Caduti della Divisione Legnano e dell’Esercito di Liberazione Italiano 1943-1945.

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