Fikri, ricorso in Cassazione
contro la convalida del fermo

I legali di Mohammed Fikri, il marocchino incarcerato e poi rilasciato nell'ambito delle indagini sulla scomparsa di Yara Gambirasio, hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro la convalida del fermo a cui era stato sottoposto.

I legali di Mohammed Fikri, il marocchino incarcerato e poi rilasciato nell'ambito delle indagini sulla scomparsa di Yara Gambirasio, hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro la convalida del fermo a cui era stato sottoposto.

Il marocchino ventitreenne residente a Montebelluna (Treviso) fu bloccato dai carabinieri mentre si trovava sulla motonave «Berkane» il 4 dicembre scorso e sottoposto a fermo su disposizione del pm. Partito da Genova, era diretto a Tangeri. Il fermo scattò per il pericolo di fuga e per presunti gravi indizi di colpevolezza sull'ipotizzato (allora) sequestro, omicidio e occultamento di cadavere di Yara. Fra i gravi indizi di colpevolezza, una frase pronunciata al telefono nella sua lingua (era sotto intercettazione), che fu inizialmente tradotta: «Perdonami, Allah, non è quella che ho ucciso io».

La frase passò poi al vaglio di altri quattro periti che la tradussero diversamente: «Allah, fa che risponda!». Il marocchino aveva infatti composto il numero di un amico tunisino, che non rispose. Nell'attesa, aveva pronunciato la frase dubbia. L'interlocutore era un amico che aveva chiesto e ottenuto da Fikri un prestito di 2 mila euro per sposarsi, e Fikri rivoleva i suoi soldi. C'era poi una telefonata fatta alla fidanzata, in cui il marocchino sembrava invitarla a gettare una certa sim card, ma fu spiegato che si trattava di uno scatto di gelosia: a quel numero la ragazza avrebbe ricevuto chiamate di spasimanti.

Il marocchino fu scarcerato, ma il gip convalidò il fermo, ritenendolo lecito con gli elementi che erano stati acquisiti quando fu eseguito. Ora gli avvocati del giovane, Giovanni Fedeli e Roberta Barbieri, hanno presentato ricorso in Cassazione contestando questa decisione.

Fikri risulta ancora formalmente iscritto nel registro degli indagati, ma – è stato chiarito – in un fascicolo distinto (e che sia avvia verso l'archiviazione) rispetto a quello relativo all'omicidio di Yara. Per questo i legali del marocchino non sono stati raggiunti da comunicazioni riguardanti l'autopsia sul corpo della tredicenne e tantomeno hanno partecipato con un proprio consulente.

Fikri si trova ancora in Marocco. I suoi legali lo hanno sentito nei giorni scorsi. Dovrebbe fare rientro in Italia nel corso del mese per lavorare.

V. A.

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