Frode fiscale, 40 denunciati dalla Gdf

Frode fiscale, gestione non autorizzata di rifiuti, prodotti finanziari per oltre un milione di euro. E’ quanto hanno scoperto gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bergamo al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica. L’operazione si è conclusa con la denuncia a piede libero di 40 persone per frode fiscale, gestione non autorizzata di rifiuti, falso continuato e reimpiego di capitali provenienti da attività delittuose. Le indagini, durate oltre un anno, hanno permesso di accertare che una società di Ciserano, autorizzata al trattamento di rifiuti dalla Provincia di Bergamo, oltre a trasformare materiali provenienti da soggetti economici effettivamente esistenti ed operatori autorizzati, nel corso degli anni 2004, 2005 e 2006 ha ricevuto complessivamente oltre 58.045 tonnellate di rifiuti, sotto forma di rottami ferrosi, formalmente ceduti da soggetti privati.

L’introduzione di questi materiali - secondo la Gdf - è stata documentata da autofatture emesse dalla società, annotate nelle scritture contabili e riportanti i nominativi dei privati conferitori, con pagamenti regolati per contanti. Si tratta di una procedura ammessa nei casi in cui l’acquisto avviene da soggetti non imprenditori e quindi non muniti di partita IVA. L’attività investigativa ha permesso di accertare che la quasi totalità dei privati indicati sulle autofatture sono inesistenti. Ciò ha prodotto due importanti conseguenze. Innanzitutto, la provenienza e la qualità delle 58.000 tonnellate di rifiuti rimangono ignote, perché non è possibile identificare i reali conferitori; inoltre, è stata perpetrata una consistente frode fiscale, quantificata in circa 12,5 milioni di euro, connessa all’inesistenza dei costi documentati proprio dalle stesse autofatture. Per quanto riguarda i versamenti in contanti esposti nella contabilità, è stato accertato che parte di essi non è stata utilizzata per pagare i fornitori sconosciuti, bensì investita in polizze vita emesse dalla succursale irlandese di un istituto di credito nazionale, con la collaborazione del direttore della filiale di Treviglio della stessa banca.

Quest’ultimo, che ha cambiato nel frattempo incarico, è stato denunciato per reimpiego di capitali provenienti da attività delittuose, e sono state sequestrate polizze per un valore complessivo di 1,13 milioni di euro. Infine, le indagini hanno fatto luce sulla condotta di numerosi autotrasportatori che provvedevano, per conto della società di Ciserano, al trasferimento dei materiali recuperati verso i siti industriali dei clienti, principalmente imprese siderurgiche operanti nel Nord-Italia. Le attività investigative hanno infatti permesso di accertare la sistematica falsificazione dei documenti di trasporto, finalizzata ad occultare il sovraccarico degli automezzi. In uscita dallo stabilimento della società bergamasca, sui documenti di trasporto veniva indicato un carico di merce con peso pari al massimo trasportabile dall’auto-articolato. Arrivati a destinazione – presso gli stabilimenti delle imprese clienti - veniva rilevato il peso effettivo delle merci trasportate, talvolta pari al doppio di quanto indicato in partenza. In pratica, gli autoarticolati hanno viaggiato costantemente con carichi superiori alla portata massima, con rischi gravissimi per la circolazione su strada. Gli autotrasportatori coinvolti sono stati tutti denunciati, unitamente agli amministratori della società, per falso continuato. Il 28 marzo, in esecuzione di un’ordinanza del Tribunale del Riesame di Bergamo, le Fiamme Gialle orobiche hanno sottoposto a sequestro preventivo lo stabilimento aziendale impiegato dalla società, 1.840.755 kg di rottami ferrosi stoccati e 11 automezzi aziendali.(15/04/2008)

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