Fs, il guasto è «Una emergenza nazionale:
servono mezzi alternativi alla ferrovia»

Il guasto alla linea ferroviaria a Melzo è una «emergenza nazionale». Ai pendolari dovremo offrire «mezzi e percorsi alternativi alla ferrovia».

È riassunta in queste parole dell’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità della Regione, Alberto Cavalli, la gravità della situazione. Cavalli è intervenuto durante il vertice presieduto sabato mattina dal presidente Roberto Maroni per fare il punto con tutti i soggetti coinvolti sull’emergenza ferroviaria che si è verificata a seguito dei danni riportati dalla centrale di Melzo Scalo a seguito delle forti piogge e dell’esondazione del torrente Molgora.

«Sulla tratta Milano-Treviglio di Rete Ferroviaria Italiana viaggiano ogni giorno 85.000 persone. Nelle ore di punta, utilizzando i quattro binari, il servizio garantisce 12 tracce all’ora (4 sono corse delle linee S5 e S6, 3 provengono da Bergamo, 3 da Brescia, 1 da Verona e 1 da Cremona), e la capacità complessiva dei servizi regionali, pari a 10.000 viaggiatori all’ora, è sempre completamente satura».

IL TEMPO DI ATTRAVERSAMENTO DI MELZO È DI 50 MINUTI
«La perdita della centrale di movimentazione di Melzo Scalo - ha aggiunto Cavalli - comporta un tempo di attraversamento di Melzo di circa 50 minuti con una capacità massima complessiva di 3.000 viaggiatori/ora. Questa è la dimensione della crisi che si sta affrontando ed è la ragione che ci spinge a monitorare costantemente il lavoro di Rfi e a studiare e mettere in azione tutte le soluzioni per offrire ai pendolari fin da lunedì mattina mezzi e percorsi alternativi alla ferrovia».

EMERGENZA NAZIONALE
«Si tratta di un’emergenza nazionale - ha proseguito l’assessore - e di una priorità assoluta. Del resto in Lombardia passa il 25 per cento del traffico ferroviario che circola in Italia e quindi un problema in Lombardia è sempre un problema nazionale».

«Le attività di Rfi stanno procedendo senza sosta - ha concluso Cavalli - e mi auguro che l’acqua che sta cadendo così copiosa non aggravi questa situazione già di per sé molto complicata».

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