Gara sui falsi miti: vince un bergamasco
Ha svelato l’errore della vita su Marte

Tre minuti soltanto per comunicare in maniera chiara, originale ed efficace concetti scientifici non certo tra i più abbordabili e di pubblico dominio.

La parola d’ordine è semplificare la solida pesantezza della scienza con piglio divertente, senza slide, video e diavolerie multimediali, ma stando sul palco 180 secondi davanti ad una giuria di esperti e parlare facendosi aiutare da piccoli oggetti che stanno in mano.

È il FameLab, una competizione internazionale «fast and easy» di divulgazione della scienza. L’Italia ha un nuovo campione: è Luca Perri, 28 anni, di Mozzo, una laurea in fisica e astrofisica. Nei prossimi giorni rappresenterà i colori nazionali nella finale mondiale a Cheltenham in Gran Bretagna. Con le sue presentazioni ha raccontato gli errori della scienza e della comunicazione scientifica che per anni hanno tenuto banco.

«Ho vinto le finali che si sono tenute al Conference Center dell’Expo - racconta Perri - intrattenendo i giurati sulla falsa propaganda della vita su Marte partendo da una traduzione sbagliata delle scoperte dell’astronomo Giovanni Schiapparelli nel 1877. In quell’anno lo scienziato punta il suo telescopio su Marte. Per un’illusione ottica, causata dall’imperfezione del suo strumento di osservazione, vede delle linee curve sulla superficie del pianeta rosso. Schiapparelli, per una caratteristica istintiva e automatica dell’uomo a percepire forme familiari in immagini disordinate (pareidolia), vede in quelle linee dei canali naturali scavati da fiumi». Se ne parlerà per circa un secolo fino al 1971 quando le sonde Mariner riporteranno immagini di un mondo arido e privo di vita.

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