Garattini: «Stamina, un caso possibile
perché la scienza in Italia è umiliata»

Un caso come quello di Stamina è stato possibile «perché siamo un Paese in cui le regole non vengono rispettate», «perché in Italia la scienza è umiliata da tutti». A dirlo è Silvio Garattini, direttore dell’ istituto Mario Negri di Milano.

Un caso come quello di Stamina è stato possibile «perché siamo un Paese in cui le regole non vengono rispettate», «perché in Italia la scienza è umiliata da tutti». A dirlo è Silvio Garattini, direttore dell’ istituto Mario Negri di Milano.

«È quasi incredibile che in un ospedale pubblico - ha commentato Garattini a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Statale diMilano, in cui gli verrà conferita la laurea honoris causa in Chimica e tecnologie farmaceutiche - siano stati somministrati dei farmaci, indipendentemente da tutti i passaggi e i divieti previsti per le sperimentazioni. Questo perché la scienza è umiliata da tutti in Italia, e in prima parte dai politici che adottano provvedimenti senza senso».

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Si è svolta questa mattina nell’Aula Magna di via Festa del Perdono la cerimonia di inaugurazione

dell’anno accademico 2013-2014, il novantesimo dalla fondazione dell’ateneo milanese, inaugurato

l’8 dicembre 1924.

Foltissimo il pubblico presente, per un’occasione per più aspetti “speciale”,cheha segnato il ritorno

della tradizionale cerimonia di apertura dell’anno accademico dopo molti anni.

Scelta profondamente sentita dal Rettore Vago,la decisione di tornare alla cerimonia in Aula Magna

inaugura anche simbolicamente l’avvio diun nuovo corso per la Statale, nel segno diunrinnovatoe

più nutrito dialogo dell’Ateneo con l’esterno. La maggiore apertura dell’Ateneo alla città, il valore

sociale e pubblico, oltre che scientifico e culturale, della ricerca e della formazione, sono stati i temi

ricorrenti nel discorso delRettore, che ha indicato nella“funzione civile della trasmissione dei saperi

e delle conoscenzeciò che è, e sarà sempre,l’elemento distintivo dell’Università”.

E nell’identità di un’Università pronta a cogliere i temi e le sfide emergenti dalla società che la

circonda, attiva nel confronto sulle idee, saldamente ancorata ai princìpi e ai valori che devono

dirigere il progredire della conoscenza,ha trovatola propria naturale collocazione il momento

centrale della giornata: la laurea honoris causa conferita a Silvio Garattini.

Fondatore e direttoreda oltre 50 anni dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘MarioNegri’,

Garattini ha ricevuto dalle mani del Rettore Vago la laurea magistrale ad honorem in Chimica e

Tecnologia farmaceutiche“Per aver contribuito allo sviluppo delle conoscenze farmacologiche e

delle loro applicazioni alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie, fondando e dirigendo

l’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’, uno dei più prestigiosi Enti di Ricerca

mondiali, e per aver rappresentato con rigore e passione, nel corso della sua lunga attività

professionale, le ragioni e la funzione civile e sociale della scienza”.

“Considero questa laurea ad honorem – ha commentato Garattini - non ‘un premio alla carriera’, ma

uno stimolo a impegnarmi ancora di più nella difesa delle regole che si è data l’intera comunità

scientifica, e non solo quella impegnata nella ricerca biomedica. Assistiamo, purtroppo e soprattutto

nel nostro Paese, a diversi tentativi di mettere in discussione il metodo su cui si fonda

l’avanzamento delle conoscenze scientifiche a livello mondiale. Questo non possiamo e dobbiamo

permetterlo. In gioco c’è il futuro del Paese, a partire da quello delle giovani generazioni che in

questo Ateneo si stanno formando e che con il resto del mondo devono poter continuare a

confrontarsi”.

Nei discorsi del Rettore Vago e del Direttore generale Bruno Quarta, molti i cenni alle novità che si

annunciano per l’immediato futuro dell’Ateneo: dai maggiori investimenti per il recupero di nuovi

spazi per gli studenti e per lo sviluppo della loro fruibilità (va in questa direzione l’apertura delle

biblioteche 7 giorni su 7 anche nelle ore serali), alla revisione dell’offerta formativa nell’ottica

della razionalizzazione, del miglioramento qualitativo e dell’incremento delle proposte

internazionali (saranno complessivamente 7 le magistrali erogateinteramente in lingua inglese),al

nuovoprogramma di borse per gli studenti, italiani e stranieri, che frequenteranno icorsi che

prevedono il rilascio di doppio titolo.Maggiori investimenti sono stati finalizzati anche al diritto allo

studio, con la riformulazione del sistema di tassazione per favorire le fasce deboli, già avviato e che

ha comportato un investimento complessivo di vari milioni di euro, e lo stanziamento di 100 nuove

borse di studio, per un totale di 420 borse per 2 milioni e mezzo di impegno finanziario solo per

quest’anno. Per l’ambito della ricerca scientifica è stato avviato un piano per sviluppare

ulteriormente il potenziale dell’ateneo soprattutto nella competizione internazionale, anche

rafforzando i servizi di supporto per la partecipazione ai bandi europei.

Relativamente giovane rispetto ad altre realtà universitarie italiane, sebbene nata sulla scia di alcune

tra le più antiche e prestigiose istituzioni scientifiche e culturali del Paese, la Statale di Milano è

divenuta in novant’anni uno dei più grandi atenei italiani e tra i primi in Europa per l’alto livello

della ricerca scientifica che vi si svolge. La sua imponente crescita a partire dagli anni Sessanta, con

le numerose nuove iniziative di formazione e ricerca gemmate dallo sviluppo delle proprie sedi

(basti pensare alle Università di Bicocca, dell’Insubria, ma anche, in precedenza, al primo nucleo

del San Raffaele) ha contribuito a fare della Lombardia un polo di eccellenza in Italia e in Europa

per lo sviluppo della cultura, della tecnologia e dell’innovazione.

Oggi la Statale conta circa 60mila iscritti, 2100 tra docenti e ricercatori, 31 dipartimenti, oltre 100

corsi di studio tra primo e secondo livello, 31 corsi di dottorato e 67 scuole di specializzazione.

E’ l’unica Università italiana inclusa nella LERU, la Lega delle Università di Ricerca Europee

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