Giornalisti: festa per il patrono

Il vescovo di Bergamo ha celebrato una Messa nella chiesa delle Grazie

Anche i giornalisti bergamaschi hanno festeggiato oggi il loro patrono, San Francesco di Sales. Per l’occasione il vescovo di Bergamo, mons. Roberto Amadei, ha celebrato una Messa nella chiesa delle Grazie. E damons. Amadei è arrivato tra l’altro l’invito, a giornali e giornalisti «a servire i lettori perché rispondano alla vocazione di ogni uomo di stare nella storia, consapevoli che il rispetto della propria dignità umana lo si vive soltanto aprendo il cuore, la mente e l’operatività al servizio del bene comune e delle singole persone».

Ai giornalisti, ha detto il vescovo, occorre capacità professionale, serve essere «persone competenti che considerano la vita e la professione come una vocazione a servire il bene comune e di ogni persona, e non il successo personale. Bisogna essere «persone mature, cioè capaci di lasciarsi guidare sempre dalla visione che si ha della vita, dai valori inscritti perennemente nelle persone», ma anche «ricercatori appassionati dalla verità delle vicende raccontate, dell’umanità che in esse si rivela, nelle sue ricchezza o povertà».

Essere giornalisti insomma significa essere «scrupolosi nell’indagare questa verità e nell’offrire ai lettori tutti gli elementi necessari per comprenderla, trasparenti nel far comprendere il punto di vista del giornalista che non è mai un asettico e neutrale spettatore, ma seleziona e trasmette le notizie partendo da un suo punto di vista».

Occorre poi - ha detto mons. Amadei - essere delle persone che sanno ascoltare con attenzione e simpatia. In un mondo dove si comunica troppo e con molto rumore che impedisce di discernere tra l’essenziale e il superficiale, è necessario per tutti, ma in particolare per chi è responsabile della comunicazione, di ritagliare momenti di silenzio per riflettere sulle proprie responsabilità, su come si gestisce la comunicazione.

(24/01/2007)

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