Giornata dell’Unità - Foto e video
Gori: «rispetto, tolleranza e libertà»

«L’attuale momento storico, sconvolto da conflitti feroci ai margini dell’Europa e nel mondo, deve rafforzare in noi la consapevolezza di valori come il rispetto per tutte le persone, la tolleranza religiosa e la libertà politica».

È il senso del discorso che il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha tenuto stamattina, mercoledì 4 novembre, in piazza Vittorio Veneto nella giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Gori ha ricordato naturalmente «i tanti che hanno lottato e sofferto per l’unità e la libertà nel nostro Paese».

Dopo la deposizione di corone di alloro alla Rocca, all’interno di Palazzo Frizzoni e al monumento dei Caduti in piazza Matteotti, in piazza Vittorio Veneto c’è stato il concentramento e lo schieramento dei reparti in armi con la presenza delle rappresentanze civili e militari. È stato letto il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e c’è stato anche il saluto del colonnello Gianfranco Lauria Antano, comandante del 3° reggimento Aves Aquila, che ha ribadito la sua vicinanza ai marò, da anni sotto processo in India.

«Le istituzioni guardano con rispetto a una risorsa preziosa come le Forze Armate, con l’intento di assicurare loro pieno sostegno affinché la componente difesa possa proseguire il già avviato processo di adeguamento alle mutate esigenze di carattere strategico imposte dai nuovi scenari nonché di razionalizzazione interna dello strumento militare delineato dal Libro bianco della Difesa».

Lo ha sottolineato il presidente Mattarella intervenendo al Quirinale nel Giorno dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. «Nazioni Unite, Unione Europea e Alleanza Atlantica - ha sottolineato Mattarella -, sono gli elementi cardine in seno ai quali l’Italia opera come protagonista, con il massimo impegno per impedire che le tensioni internazionali di oggi possano trasformarsi in conflitti. Questi - ha aggiunto - speriamo che appartengano per sempre soltanto alla nostra memoria».

Il capo dello Stato ha ricordato «il prezzo altissimo, in termini di vite umane pagato dal nostro Paese per il contributo offerto alle missioni di pace» e ha ricordato «il numero delle posizioni di comando nelle missioni internazionali affidate ad ufficiali italiani: dal Libano, al Kosovo alla Somalia».

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