Gli eroi che salvarono l’arte di Bergamo
Un libro racconta la guerra contro i nazisti

Migliaia di opere d’arte - molte bergamasche - avrebbero fatto una brutta fine se non ci fossero state persone che le hanno messe in salvo dalle guerre. Il libro «Operazione salvataggio» fa riemergere la storia di una guerra sotterranea contro i nazisti. Una storia simile a quella raccontata nel celebre film «The monuments men» di George Clooney.

«Durante la Seconda guerra mondiale a Bergamo era presente un nucleo della forza occupante tedesca composto da esperti d’arte, che aveva il compito di segnalare le opere da trafugare e portare in Germania. Si chiamava Kunstschutz e i tedeschi lo ritenevano un vero e proprio programma di “Protezione dell’arte”, come dice il suo nome. Di certo dalle sue decisioni sono partiti ordini di sequestro di moltissime opere presenti in territorio italiano» racconta Salvatore Giannella, 65 anni, già direttore de «L’Europeo», di «Genius» e di «Airone» e ora autore di questo studio sugli «eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre» (Chiarelettere, pp. 256, euro 14,90).

Perché ha sentito la necessità di scriverlo?
«Per far luce sui tanti eroi sconosciuti che, rischiando la vita, con pochi mezzi e spesso in condizioni disperate sono riusciti a salvare un patrimonio che altrimenti non avremmo mai più rivisto. In particolare Pasquale Rotondi, all’epoca della Seconda guerra mondiale giovane soprintendente delle Marche, che diede ricovero e salvezza nel Montefeltro marchigiano - presso la Rocca di Sassocorvaro - a 6.509 capolavori dell’arte italiana: praticamente l’anima del nostro Paese, a cominciare dalla “Tempesta” del Giorgione e dal Tesoro di San Marco, provenienti da Venezia. E anche i tesori della bergamasca Accademia Carrara».

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