Green pass nei locali, «il gestore non può chiedere il documento d’identità». Controlli a campione

Una importante precisazione sul green pass: saranno sì i titolari dei locali ed esercizi pubblici a dover controllare il lasciapassare, ma «non potranno chiedere la carta d’identità ai clienti», spiega il ministro dell’Interno specificando che è in via di preparazione una circolare.

Il green pass sta diventando la normalità nella quotidianità degli italiani per consumazioni ai tavoli di bar e ristoranti al chiuso, spettacoli, cinema, eventi sportivi e tante altre attività. Con una precisazione importante: saranno sì i titolari a dover controllare il lasciapassare, ma «non potranno chiedere la carta d’identità ai clienti», spiega il ministro dell’Interno specificando che è in via di preparazione una circolare.

Luciana Lamorgese chiarisce con un esempio: andare al ristorante con il pass «è come andare al cinema e mostrare il biglietto» e «nessuno pretende che gli esercenti chiedano i documenti, i ristoratori non devono fare i poliziotti» e ci saranno «controlli a campione nei locali insieme alla polizia amministrativa».

Per il ministro «non si può pensare che l’attività di controllo venga svolta dalle forze di polizia. Significherebbe distoglierle dal loro compito prioritario che è garantire la sicurezza». Fonti del Viminale hanno poi comunque specificato che «le forze di polizia sono pienamente impegnate per garantire il rispetto delle regole» in quanto «l’obiettivo primario è tutelare la salute pubblica». Dunque, controlli serrati da parte delle forze dell’ordine anche sul lasciapassare.

La circolare del Viminale, che sarà diffusa nelle prossime ore, punterà a stabilire chi potrà chiedere un documento di identità al cittadino. Non si esclude che a chiedere il documento oltre al pass possano essere - oltre ai pubblici ufficiali, come già accade - i responsabili alla sicurezza (anche privata) degli eventi sportivi, spettacoli e concerti, i titolari di strutture ricettive, gli addetti al controllo nei trasporti e in strutture sanitarie. I ristoratori saranno comunque tenuti ad una verifica di «congruità» dei dati nel pass rispetto alla persona che si ha di fronte: dunque il sesso e - anche se approssimativamente - l’età.

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