«Guardiamo gli altri come fratelli
È necessario per costruire la pace»

«È necessario uno sguardo di fraternità nella famiglia, nelle relazioni sociali, nell’economia. La fraternità non è un peso che si aggiunge ad altri pesi, ma è la strada che porta alla pace». Parole del vescovo di Bergamo, Francesco Beschi.

«È necessario uno sguardo di fraternità nella famiglia, nelle relazioni sociali, nell’economia. La fraternità non è un peso che si aggiunge ad altri pesi, ma è la strada che porta alla pace».

Un forte appello a vincere il tarlo di una visione utopistica e rassegnata della pace è stato lanciato dal vescovo Francesco Beschi nella concelebrazione eucaristica di mercoledì sera 1° gennaio, solennità di Maria Madre di Dio e 47ª Giornata mondiale della pace, nella chiesa parrocchiale di Santa Lucia-tempio votivo.

Una chiesa, come ha ricordato il vescovo, sorta come «segno di fede e riconoscenza a Dio dopo una guerra devastante e lacerante». All’omelia, riprendendo il messaggio «Fraternità, fondamento e via per la pace», scritto da Papa Francesco per la Giornata mondiale, monsignor Beschi ha ricordato che la fraternità «è un desiderio di amore che ogni persona porta nel cuore. Rimaniamo spauriti e sconcertati di fronte alle contraddizioni verso la fraternità nella storia umana e nelle nostre esistenze. Avvertiamo la chiamata alla fraternità, ma ci rendiamo conto che Caino e Abele abitano insieme nel nostro cuore».

La relazionalità è sinonimo di fraternità. «Oggi – ha affermato il vescovo – ci sono tante forme di povertà, fra cui la povertà relazionale, che si accompagna al venir meno dell’importanza del costruire insieme una comunità e una società. Le diseguaglianze diventano disequità, cioè mancanza di equità».

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