I lavori al ponte partiranno dopo un anno
«È normale tutto questo? In Italia sì»

Il ponte del Monterosso è stato danneggiato il 7 febbraio 2014 . A fine gennaio dovrebbero iniziare i lavori. Un lettore si domanda se tutto questo è normale.

In una lettera inviata alla redazione Paolo fa un’analisi lucida, che lo porta purtroppo a confermare che tempi biblici come in questo caso in Italia - e nonostante Bergamo sia una città efficiente - sono la norma.

Un imprenditore - si domanda - come è invogliato ad “intraprendere”?E un investitore estero come può sopportare i nostri tempi, la nostra burocrazia?

Ecco la sua lettera
«Egregio Sig. Direttore
dall’Eco di oggi abbiamo saputo che a fine gennaio dovrebbero iniziare i lavori per il rifacimento del ponte al rondò del Monterosso. Evviva. Secondo l’assessore, nei tempi c’è stato “un leggero slittamento per alcune criticità progettuali “ (Eco di lunedì scorso).

Il ponte è stato danneggiato il 7 febbraio 2014 , i lavori dovrebbero iniziare esattamente dopo un anno , ma ancora deve essere fatta l’asta di assegnazione a una impresa, poi magari ci sarà un ricorso al Tar e…. così via….

Questo rifacimento di un ponte è emblematico: ricorsi, assicurazioni, avvocati, progettisti, norme del codice della strada, norme antisismiche, carte, visti, firme, soste nei vari uffici, ecc, ecc. Tutti atti dovuti, obblighi e procedure da rispettare . Tutti hanno compiuto il loro dovere, tutto si è svolto secondo prassi, però prima di iniziare i lavori , se tutto andrà bene, passerà un anno, poi si vedrà. E siamo a Bergamo, città notoriamente efficiente.

È normale tutto questo? Si. In Italia questo è normale e, quel che è più grave, è che viene normalmente accettato da noi cittadini, elettori, gente, utenti, contribuenti.

Siamo nel 2014 e viviamo nel “villaggio globale”. Io seduto in giardino posso parlare in video con amici in auto su una autostrada americana, vedere e ordinare un giocattolo in vendita a Tokio, fare una foto in Sardegna ed immediatamente farla vedere ai miei nipoti a Bergamo. Miracoli , anzi possibilità, di Internet, Skipe e WhatsApp alla portata di tutti.

La burocrazia italiana, però, continua a richiedere i suoi riti, i suoi tempi, le sue carte, i suoi timbri, le sue firme, ecc. ecc. Come pensiamo che con questi “lacci” possa progredire e sviluppare la nostra bella Italia ? Un imprenditore come è invogliato ad “intraprendere”? E un investitore estero come può sopportare i nostri tempi, la nostra burocrazia , la nostra farraginosa legislazione ed altre nostrane amenità ?

Forse sono troppo pessimista ? Può darsi. Mi piacerebbe essere smentito. Non vorrei però tornare sul tema “Ponte del Monterosso” perché sono sicuro che tutto è stato fatto secondo le norme, tutti si sono comportati bene, nessuno ha sbagliato o volutamente ritardato. Però il 7 febbraio sarà passato un anno e, per passarci sopra, quanto ancora?

Mi scuso per lo sfogo e saluto cordialmente».

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