Il 18 dicembre il giudizio immediato
27 le parti offese per il caso Morandi

Sono 27 le parti «offese» dall’operato di Benvenuto Morandi al Private di Fiorano al Serio. Imprenditori, artigiani, commercianti, molte famiglie e consanguinei uniti da cifre a minimo quattro zeri che non ci sono più.

L’udienza del processo a carico dell’ex sindaco di Valbondione ed ex direttore della filiale seriana Private di Intesa Sanpaolo - unica oltre a quella di Bergamo - fissata per il 18 dicembre prossimo con giudizio immediato, cioè senza l’udienza preliminare e davanti a un unico giudice, potrebbe essere piuttosto affollata.

Sempre che, nel frattempo, la difesa non decida di chiedere il giudizio abbreviato, oppure di patteggiare, cosa per cui ha tempo fino a metà mese, 15 giorni dalla notifica del decreto. E per cui «è presto dare indicazioni» spiega l’avvocato di Morandi, Angelo Capelli.

Certo le prove sono state ritenute evidenti dal gip Alberto Viti che ha recepito la richiesta dei pm Maria Cristina Rota e Carmen Santoro. A Morandi, accusato di furto aggravato, falso e truffa aggravata, vengono contestate «sottrazioni di ingenti somme di denaro». La richiesta dei pm sciorina un lungo elenco di prelievi a mezzo assegno circolare o bonifico, dal 2007 al 20 giugno 2013, quando è scoppiato il caso. Cifre che ai poveri mortali farebbero girare la testa. Soldi guadagnati in una vita di lavoro col frastuono dei telai nelle orecchie, domeniche comprese.

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