È l’ultima frontiera del caporalato che sfrutta la manodopera boliviana. I lavoratori in nero vengono assoldati a Bergamo, dove è presente un numero elevatissimo di sudamericani non in regola (forse 20 mila, secondo le ultime stime), per realizzare i rivestimenti dei capannoni in tutto il Nord Italia. Il loro compito è trasportare sui tetti e fissare con la fiamma ossidrica – senza alcuna misura di sicurezza – le guaine o coperture dei fabbricati ad una ventina di metri di altezza. Tra di loro si sono ribattezzati «waineros», lavoratori della «waina», guaina in boliviano. Su «L’Eco» in edicola il 15 giugno un’ampia inchiesta documenta il viaggio degli operai dalla Malpensata ai capannoni nel Cremonese, ma anche di Milano, Torino e Frosinone.(15/06/2008)
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