Il diverbio al Pronto Soccorso
«Si vedrà dalle telecamere»

Spunta una nuova versione dell’episodio di mercoledì al pronto soccorso del «Papa Giovanni XXIII».

Dopo la ricostruzione fornita dall’ospedale, secondo il quale nel tardo pomeriggio di mercoledì 25 febbraio un infermiere del Pronto Soccorso era stato aggredito dal padre di una bambina di 18 mesi riportando una frattura a un braccio e una prognosi superiore ai 30 giorni, in seguito ad un diverbio sul codice assegnato alla figlie in occasione di una visita al pronto soccorso, arriva una nuova versione dei fatti.

«Io ero presente. Il padre, dopo lunga attesa, confermata dal medico una diagnosi grave, è tornato in area triage e si è giustamente arrabbiato con l’infermiere perché aveva assegnato un codice verde ad un’emergenza pediatrica» scrive a L’Eco di Bergamo.it Laura Tidone, medico e nonna della piccola, presente all’accaduto. «L’infermiere, mostrando a mio parere totale assenza di professionalità, è uscito dalla sua area, ha iniziato a urlare al padre di “venire dentro”, lo ha aggredito e preso per il collo. Il padre ha detto tre volte di non toccarlo e alla fine lo ha allontanato con uno spintone. L’infermiere è caduto sul gomito. Si vedrà dalle telecamere. Ad iniziare l’aggressione è stato sicuramente l’infermiere». E a questo punto decisive saranno le telecamere.

Nel primo pomeriggio di venerdì 27 febbraio è arrivata, con un comunicato stampa, una nuova precisazione dell’ospedale. Eccola: «L’azienda ospedaliera conferma la piena fiducia e solidarietà ai propri operatori, di cui conosce capacità di accoglienza e professionalità. La magistratura stabilirà come sono andati i fatti, ma da subito invitiamo tutti a riflettere sul rischio di giustificare simili atteggiamenti. Proprio i nostri operatori di Pronto soccorso sono in prima linea ogni giorno al fianco delle vittime di violenza. Oggi siamo ancora più convinti che questi percorsi debbano essere potenziati e condivisi».

Sul caso interviene anche Orazio Amboni del Dipartimento Welfare della Cgil di Bergamo. «Da ormai diversi mesi – si legge in una nota –non passa giorno senza che i giornali debbano pubblicare allarmi sull’affollamento nei Pronto Soccorso Ospedalieri, a Bergamo come in molti altri territori. Pochi giorni fa l’assessore regionale Mantovani ha presentato, in un convegno alla Borsa Merci di Bergamo, le sue proposte. Uno dei nodi da risolvere – e che sta alla radice delle code in Pronto Soccorso - è proprio quello della medicina di territorio e della riorganizzazione dei servizi offerti dai medici di cure primarie. Su questo, Mantovani non ha detto nulla».

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