Il dominio «.com» compie 30 anni
Un’intuizione che ha fatto la storia

Ad aggiudicarsi il primo dominio «.com» non fu un colosso della tecnologia ma Symbolics, un’azienda statunitense che produceva software per computer. Era il 15 marzo 1985: esattamente 30 anni fa.

Un’intuizione diventata storia. Mancavano sei anni al World wide web – www – di Tim Berners Lee, Aol era nata da due anni e non erano in molti a prenotarsi uno spazio in un luogo ancora nebuloso come la Rete. Occorrerà attendere il 1986, per vedere nella lista dei domìni registrati aziende del calibro di Ibm e At&T. Apple.com nacque nel 1987 e Microsoft nel 1991. L’azienda Symbolics non è più in attività ma il nome è stato ceduto nel 2009 per una cifra non resa nota.

I primi domìni negli Usa furono assegnati a metà degli anni 80. E tra i pionieri ci furono le aziende tecnologiche. A imitare la Symbolics nel 1985, solo altre cinque aziende. Bisogna aspettare almeno un anno per vedere i domìni di Ibm, Sun (poi comprata dalla Oracle), Intel, e ben due prima della comparsa di Apple.com. Microsoft si aggiudicò un suo dominio nel 1991. Anno in cui nacque il World wide web grazie a una intuizione di Tim Berners Lee, ricercatore del Cern di Ginevra.

Nel corso dei decenni, ai domìni di primo livello («.com», «.it», «.org») si sono affiancati quelli nuovi e di secondo livello – come i più recenti «.legal», «.money» ma anche «.paris» – parte di un programma di lancio proposto dall’Icann, l’organismo che ne regola l’assegnazione. Attualmente di domìni «.com» ce ne sono in tutto circa 120 milioni, cinque anni fa erano 91 milioni.

Quando è nato Symbolics.com, l’Icann non c’era ancora: l’organismo è stato infatti creato nel 1998 e ha sostituito lo Iana. Prima ancora, agli albori di Internet, a regolare i domìni era Jon Postel, un singolo ricercatore di Arpanet, la rete di computer costituita dal dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Un ruolo cambiato nel tempo e che muterà ancora: gli Stati Uniti qualche mese fa, nell’era post-Snowden, si sono detti pronti a diventare meno centrali nell’assegnazione di nomi e di domìni Internet, a favore di una governance globale della Rete.

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