Il Papa: basta uccidere i cristiani
Il mondo non sia inerte e muto

La comunità internazionale non sia «inerte e muta» di fronte all'«inaccettabile crimine» delle persone uccise per il solo fatto di essere cristiani: «si tratta di una preoccupante deriva dei diritti umani più elementari».

«Auspico davvero che la comunità internazionale non giri lo sguardo dall'altra parte» di fronte a questi fratelli, «loro sono i nostri martiri di oggi, e sono tanti». Appello e parole nettissime del Papa sulle persecuzioni dei cristiani, durante il Regina Coeli del Lunedì dell'Angelo, la preghiera che in questo tempo liturgico sostituisce l'Angelus.

È la terza volta in quattro giorni - dalla via crucis all'Urbi et Orbi al Regina Coeli - che Papa Bergoglio ricorda i cristiani perseguitati, spinto anche dalla ennesima mattanza di giovedì scorso, nel collegio universitario di Garissa, in Kenya. Il Papa ha insistito su due elementi: uccidere i cristiani è una violazione dei diritti umani, e la comunità internazionale non può girarsi dall'altra parte. L'altro elemento di riflessione proposto dal Papa è il fatto che è stato Gesù a indicare, subito dopo la Risurrezione, che il Vangelo ripartisse dalle periferie; un tema caro al papa latinoamericano, che ora lo ha fondato nel racconto biblico. Periferia, comunque, sono idealmente anche i cristiani massacrati a migliaia di chilometri dall'Occidente che si vanta difensore dei diritti umani.

La terza Pasqua da Papa di Jorge Mario Bergoglio si è snodata tra meditazione, preghiera e attualità. In particolare nella veglia della notte di Pasqua ha invitato a «entrare nel mistero», «ascoltare il silenzio» e «non fuggire davanti ai problemi».

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