Il ragazzo mandato in coma con insulina
Condizioni stabili, ma prognosi riservata

Le condizioni di Abdelmajid Kassoudi, il ragazzo che lo scorso giugno si era tuffato nella fontana di piazzale Alpini per festeggiare la fine della scuola, sono stabili ma la prognosi resta riservata, in considerazione della situazione clinica precedente.

Lo precisa un comunicato ufficiale - diffuso nel pomeriggio di giovedì - dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo dove il ragazzo è ricoverato perché qualcuno gli ha iniettato insulina in dosi massicce. Una manovra che non è stata fatta per un errore.

Questo «giallo» ha avuto per teatro il centro di riabilitazione del «Papa Giovanni» a Mozzo. Gli inquirenti sostengono che qualcuno puntava a eliminarlo, perché chi ha iniettato l’insulina a quel paziente sapeva benissimo ciò che faceva.

L’azienda ospedaliera - precisa il comunicato - «sta collaborando attivamente con gli inquirenti e attende con serenità l’esito degli accertamenti in corso».

Secondo chi indaga l’autore del gesto verrebbe dall’esterno della struttura. Il movente per ora, per gli inquirenti, ce l’avrebbero solo i genitori: per non vedere soffrire il giovane figlio, destinato alla sedia a rotelle a vita.

Ma Mohammed Kassoudi, il padre, che è diabetico e assume insulina ha negato con forza: «Ma siamo matti!? Io - da detto - voglio che mio figlio viva». E aggiunge: «Io chiedevo sempre agli infermieri prima di dare qualcosa ad Abdel, anche solo del tè».

Che cosa sia accaduto 5 giorni fa lo dirà l’inchiesta aperta dal pm Laura Cocucci. Lesioni gravissime, per ora, il reato ipotizzato. Il fascicolo, sempre per ora, è a carico di ignoti. Per ora: perché nelle prime fasi dell’indagine il magistrato vuole tenersi aperte tutte le piste.

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