Il vescovo a metà pellegrinaggio
«Prendiamo i giovani sul serio»

Il vescovo a metà del pellegrinaggio Assisi-Roma parla delle giovani generazioni: «Per parlare con loro bisogna fare insieme a loro. Se danno fiducia non bisogna prenderli in giro».

«Il cammino è un linguaggio pertinente ed espressivo, nel quale credo molto. Soprattutto quando è condiviso, come sta accadendo in questi giorni, con il gruppo numerosissimo che pure non si sfilaccia».

Seduto su un gradino del casale di Castel Bagnolo, qualche chilometro dopo Orte, il vescovo di Bergamo Francesco Beschi si guarda intorno mentre parla. I pellegrini arrivano compatti, superando il cartello piazzato da mano ignota «Attenzione, persone allo stato brado», scherzosa variante degli avvisi che punteggiano le tenute fra Umbria e Lazio, dove il bestiame vaga libero.

Un benvenuto allegro, e allegro è il clima del terzo giorno, metà cammino, tappa di una quindicina di chilometri da Orte a Gallese. «Per parlare con i giovani – osserva il vescovo – bisogna fare insieme a loro, non ci sono altre strade. L’esperienza condivisa è il primo passo, poi occorre superare il rischio di far diventare l’esperienza un assoluto e il tempo del cammino aiuta a interiorizzare, a discernere ciò che conta e che si vuole conservare».

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