Il vescovo e 1.700 bergamaschi a Torino
Avvolti dal mistero della Sacra Sindone

Con 1.732 partecipanti (e 65 sacerdoti) al pellegrinaggio con il vescovo Francesco, e altri tremila bergamaschi già passati da Torino, la diocesi di Bergamo è la presenza più numerosa all’ostensione della Sindone.

Dal 19 aprile ha contato finora un milione di visitatori, mentre la città di Torino e i dintorni stentano ad accogliere tutti coloro che vogliono essere presenti alla visita del Papa, prevista per il 21 e 22 giugno. L’ostensione straordinaria per il bicentenario di san Giovanni Bosco si chiuderà il 24 giugno.

Dei 33 pullman partiti alle sette di lunedì da tutta la provincia, uno era attrezzato per trasportare anziani e disabili, molti dei quali della casa di riposo di Seriate e dell’istituto Santa Chiara in città. Per loro, nel centro di accoglienza della Consolata, c’è un incontro riservato e il pranzo con il vescovo. «La vostra presenza è speciale in questo pellegrinaggio speciale - li accoglie il vescovo Beschi -: la vostra visita alla Sindone è il momento più intenso di questa straordinaria giornata».

«La Sindone è un segno forte che interroga tutti - commenta il vescovo -, al di là di quanto ciascuno crede. Siamo di fronte a una meditazione sulla sofferenza che già il Papa ha rilanciato in termini esistenziali: la contemplazione delle ferite di Gesù deve tradursi in azione per chi soffre oggi, altrimenti andare in pellegrinaggio alla Sindone non ha significato».

Il vescovo Beschi nota anche che «parlando con la gente non ho notato curiosità, piuttosto desiderio. Desiderio di nutrire la propria capacità di resistenza, di essere incoraggiati a costruire il futuro, di avere ragioni di speranza per sé e i propri bambini». Al termine della visita il vescovo di Bergamo ha firmato il registro delle visite lasciando anche un messaggio di ringraziamento.

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