Il Vescovo: «In sanità il profitto non deve far da guida»

Disabilità e disagio psichico, centro unico nel suo genere Progetto attuato da Diocesi, Comune, Provincia e Asl

VIDEOscalagiacobbe.wmvSono luminosi e «caldi» come una casa vera gli ambienti del centro polifunzionale «Scala di Giacobbe», all’interno del Patronato San Vincenzo. Soprattutto ora che sono stati completati, nella struttura e negli arredi. Venerdì si è fatto festa e tutti hanno potuto vederli nell’open day che è seguito l’inaugurazione.E’ iniziata così l’avventura di un «servizio segno» dedicato alla disabilità grave, che accanto alla diocesi di Bergamo e al Patronato vede come partner il Comune, la Provincia e l’Asl. Nell’inaugurarla, il vescovo mons. Roberto Amadei ha sottolineato che «nella sanità e nel sociale, non devono essere il profitto e il risparmio le sole guide da seguire, ma la solidarietà». «Questa struttura - ha detto tra l’altro monsignor Amadei - è un segno che la nostra società conserva ancora il senso di solidarietà così vivo in passato. Durante la vista pastorale ho avuto modo di conoscere tante famiglie con malati e disabili: ho conosciuto la loro preoccupazionem, sofferenza, ma anche tenerezza e la responsabilità. E’ importante sostenerle e aiutarle perché hanno molto da dare».All’interno di «Scala di Giacobbe» quattro realtà che abbracciano una gamma diversificata e integrata di interventi rivolti all’umanità sofferente: persone che sul territorio oggi non riescono a trovare punti di riferimento e possibilità di riabilitazione. Sono già partite le attività della «Casa famiglia Betania», uno spazio (già attivo e già al completo) per l’accoglienza di disabili gravi privi di assistenza familiare. Già insediato (dall’ottobre scorso) nei nuovi locali anche il centro diurno «Koinonia» ad alta specialità per autistici di età adulta e disabili con disturbi gravi fino a 20 posti. Quest’estate inizierà inoltre con gradualità anche l’attività della residenza sanitaria per disabili «Michael», con 24 posti letto (20 residenziali e 4 dedicati al sollievo), per persone con problemi psichici di età compresa tra i 18 e i 65 anni che non dispongono di alcun sostegno sul territorio e in situazioni di emergenza familiare, per una residenzialità temporanea o prolungata, che permetterà il passaggio della titolarità di gestione dell’Asl della struttura all’ex Onp di Borgo Palazzo, che accoglie 20 persone. E infine la piscina «Siloe» destinata a scopi terapeutici e riabilitativi per soggetti disabili o svantaggiati, che sarà sarà co-gestita dalla Cooperativa Nuoto Bergamo Alta e programmerà corsi di acquaticità per l’età evolutiva, Idrobike, acquaerobica, corsi per gestanti, e tanto altro: le attività inizieranno a settembre, secondo le modalità indicate in una brochure a disposizione da oggi. La piscina comunque già nelle prossime settimane sarà utilizzata da «gruppi pilota».Sono tutti servizi unici nel loro genere, dedicati a soggetti con difficoltà molto gravi, per i quali è difficile trovare servizi dedicati. All’inaugurazione, con il Vescovo, molte autorità cittadine, parlamentari, consiglieri regionali, il sindaco Roberto Bruni, il presidente della Provincia Valerio Bettoni, il direttore generale dell’Asl Roberto Testa, e i «grandi benefattori» che hanno permesso la realizzazione della struttura. La struttura è stata progettata e realizzata secondo le tecniche più moderne e nel rispetto di un’architettura «biotecnologica», costruita per la maggior parte con materie prime naturali. A guidare la mano dell’architetto sono state naturalmente prima di tutto le esigenze dei futuri ospiti, secondo i criteri della massima accessibilità e fruibilità. Niente barriere architettoniche. E qualche accorgimento particolare, come un sistema di climatizzazione che permette di mantenere temperatura e ricambio d’aria adeguati d’estate e d’inverno senza aprire le finestre a lungo, e una insonorizzazione molto curata. Per garantire il migliore risparmio energetico sono stati inoltre collocati pannelli solari e un impianto per il recupero dell’acqua piovana. La superficie coperta è di 820 metri quadrati su tre livelli. Al piano terra ci sono il Centro diurno disabili con i locali per servizi generali (come l’amministrazione), gli spazi dedicati alla vita collettiva (pranzo, soggiorno) e quelli per le attività di valutazione, riabilitazione e rieducazione, oltre alla piscina «Siloe», gli spogliatoi e gli altri locali annessi. Al primo e secondo piano ci sono i locali della residenza sanitaria (al primo i servizi generali, i locali per la vita collettiva e i servizi sanitari, al secondo piano le dodici stanze di degenza, tutte dotate di bagno assistito, con un piccolo soggiorno).Il cammino del progetto è iniziato nel giugno del 2004. Il costo complessivo dell’operazione è notevole: circa 4 milioni di euro. Tanti i benefattori coinvolti: in prima linea accanto ai partner istituzionali Fondazione Cariplo, Fondazione Comunità Bergamasca, Fondazione Banca Popolare di Bergamo, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, che hanno messo a disposizione somme importanti. Ma fondamentale è stato anche il contributo di numerose parrocchie della diocesi di Bergamo e di tanti donatori singoli, comprese alcune classi delle scuole della provincia, che hanno donato simbolicamente i «mattoni» per costruire questa grande casa. E accanto a loro anche tante persone che hanno contribuito donando il proprio tempo e le proprie competenze con grande disponibilità: l’équipe psicosociale, le famiglie degli ospiti e Agape, associazione dei genitori. I benefattori saranno tutti sempre presenti nella «Scala di Giacobbe» con un segno un po’ speciale: per ricordare il loro contributo sono stati infatti piantati nel parco grandi alberi, e alla base sono state poste targhette con i loro nomi. Un modo per dire grazie per aver donato alla città un «segno» importante, che parla di speranza, di accoglienza, di integrazione.(13/06/2008)

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