In 1.500 da tutto il mondo

Bergamo riabbraccia gli emigranti. L’Ente ricorda il 40° della fondazione Resta forte il legame con la terra d’origine. Attivi 31 circoli e 20 delegazioni

Compie quarant’anni l’Ente bergamaschi nel mondo e il terzo raduno dei nostri concittadini emigrati e residenti all’estero, in programma questo fine settimana a Bergamo, sarà l’occasione per festeggiare la ricorrenza.
L’ente venne costituito con l’obiettivo di sostenere, far conoscere e creare un collegamento tra gli emigranti bergamaschi.

Con il passare degli anni il suo ruolo e i suoi compiti sono cambiati, ma l’associazione rimane un punto di riferimento fondamentale per i bergamaschi sparsi nel mondo. Primo presidente dell’associazione, costituita nel 1967, è stato Tino Simoncini, già sindaco di Bergamo nei dieci anni precedenti, mentre vicepresidente venne nominato Santo Locatelli, sindaco di Zogno dal 1959 al 1970. Locatelli è poi diventato presidente a partire dal 1990: «Alla fine degli anni Sessanta – racconta quest’ultimo – come sindaci toccavamo con mano ogni giorno i bisogni dei nostri emigranti, sia degli stagionali che tornavano sia di chi emigrava e si stabiliva all’estero, ma voleva mantenere un legame con la terrà d’origine.

Queste persone hanno sempre costituito una ricchezza per la nostra terra». Ecco allora, ricorda Locatelli, «la decisione di fondare l’Ente bergamaschi nel mondo: volevano aiutare i nostri emigranti a mantenere i legami con la loro terra, sostenerli e creare un raccordo sempre più forte». Fondamentale per quest’opera di collegamento è stata la rivista «Ente bergamaschi nel mondo»: «Sul primo numero – rimarca Locatelli – il presidente Simoncini scrisse un editoriale dal significativo titolo "Una voce amica". Da parte nostra era un modo per sentirsi parte della loro realtà e per loro uno strumento per sentire la loro terra più vicina, per restare uniti, per tener vivo anche all’estero nel nostre tradizioni e la nostra cultura».

Strada facendo l’associazione si diffonde nei vari Paesi e crea una propria struttura attraverso i Circoli. «Soprattutto nei primi decenni – prosegue il presidente – l’ente svolge un ruolo di sostegno umano: ogni circolo costituisce la Commissione assistenza, una realtà per aiutare i più deboli e quanti erano soli. Nei primi anni si interviene anche per effettuare le procedure relativi alla riunificazione dei contributi previdenziali versati in diversi Paesi; più volte abbiamo preso posizione anche per il diritto di voto dei nostri concittadini all’estero: un obiettivo poi raggiunto grazie all’impegno del ministro Mirko Tremaglia. Quindici anni fa, con Savino Pezzotta segretario provinciale della Cisl, abbiamo dato vita con il patronato del sindacato allo "Sportello privilegiato", un servizio immediato per gli immigrati che dovevano tornare per effettuare pratiche pensionistiche».

Ma i tempi sono cambiati e oggi, rimarca Locatelli, «figli e nipoti dei nostri emigranti vogliano conoscere le loro origini, i Paesi dei loro genitori e nonni: c’è il desiderio di riscoprire la propria identità. Ecco allora che l’ente assume sempre più una funzione culturale, di ricerca e di ricostruzione storica». E allora l’incontro dei prossimi giorni, aggiunge il presidente, «serve ancora di più per far conoscere Bergamo nel mondo: i rapporti culturali sono sempre più importanti. In Europa siamo tutti cittadini di serie A, ma quanti vivono lontano hanno sempre bisogno di sentirci vicini».

E Locatelli conclude ricordando che domani arriverà a Bergamo anche il Giro d’Italia: «Si tratta di un bel collegamento ideale: il Giro dello scorso anno era partito proprio dal Belgio per ricordare i cinquant’anni della tragedia della miniera di Marcinelle dove persero la vita 136 emigranti italiani». Massimo Fabretti, direttore dell’Ente da 18 anni, osserva che l’associazione «è una grande famiglia che si è rafforzata nel tempo e nella storia. Oggi abbiamo 31 circoli e 20 delegazioni sparse in tutto il mondo. Con il nostro periodico riusciamo a raggiungere l’80% dei nostri emigranti. Per queste persone è fondamentale il rapporto personale e umano. Negli anni abbiamo intensificato il nostro rapporto anche con i missionari bergamaschi che hanno sempre costituito un punto di riferimento per i nostri concittadini».

L’ente, rimarca Fabretti, «gode oggi di grande credibilità non solo presso la Provincia, ma anche presso le altre istituzioni e realtà della città: tutti, quando si tratta di migrazione, si dimostrano attenti e sensibili». Il terzo incontro, prosegue Fabretti, «sarà l’occasione per riflettere anche sulle nuove forme di emigrazione: non più solo per necessità, ma, ad esempio, anche quelle per libera scelta legate al mondo del lavoro. Questi incontri sono cresciuti negli anni: eravamo in 500 al primo, 1.200 due anni fa; saremo 1.500 nei prossimi giorni. E per la prima volta ci saranno persone provenienti dall’Australia. L’incontro sarà l’occasione per presentare Bergamo a chi non la conosce e per scavare nelle vicende umane della nostra emigrazione e dei discendenti dei nostri concittadini all’estero».

(25/05/2007)

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