
Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 17 Ottobre 2014
Io, conducente di autobus, vi spiego:
«Pochi mezzi, i ragazzi restano a terra»
«I ragazzi che prendono l’autobus sono aumentati ma non riusciamo a far aggiungere un autobus in più e siamo costretti a lasciare la gente a terra, in quanto in autostrada non possiamo viaggiare con la gente in piedi». Il racconto di un autista.
Bergamo
«Sono un conducente autobus che da quasi 20 anni lavora sulla linea z301 BG -MI (ex Autostradale ora Net - ATM): vi scrivo per spiegarvi la situazione in cui dobbiamo lavorare. Da quando sono iniziate le scuole abbiamo seri problemi nel tratto che va da Trezzo d’Adda a Bergamo e viceversa , in quanto i ragazzi che prendono l’autobus sono aumentati ma non riusciamo a far aggiungere un autobus in più e siamo costretti a lasciare la gente a terra,in quanto in autostrada non possiamo viaggiare con la gente in piedi» continua l’autista.
L’azienda ci informa che la provincia di Milano non vuole mettere altre risorse e che essendo un tratto che interessa anche la provincia di Bergamo« dovrebbe essere quest’ultima a contribuire economicamente per la suddetta linea, poi dice anche espressamente che se i passeggeri non ci stanno su un bus si lasciano a terra e devono aspettare il successivo sempre così fino a che, magari anche dopo un’ora, si riesce a far salire tutti» prosegue la testimonianza.
« Io personalmente, ma anche gran parte dei miei colleghi, molte volte non riesco a lasciare a terra la gente perché mi metto nei loro panni e penso, visto che ho dei figli anch’io, che non sia giusto stare in fermata ad aspettare un bus per mezz’ora o forse più, ma questo a nostro rischio e pericolo».
«Mi chiedo se questo sia il modo per incentivare il trasporto pubblico ,visto che parlando con i miei colleghi di altre società della provincia la situazione anche da loro non sia delle migliori, e da quello che si sente in giro non sia destinata a migliorare visto che parlano solo di tagli in tutti i settori e non di migliorare il servizio». E conclude: «Scusatemi per lo sfogo e cercate anche, ogni tanto, di capire anche noi perché non tutti ce ne freghiamo delle persone che trasportiamo».
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