Italia Nostra: «Abbattere il distributore
è contrario alla storia del Novecento»

Anche la sezione di Bergamo di Italia Nostra interviene per chiedere che l’ex distributore di benzina di via Baschenis, destinato all’abbattimento, sia salvaguardato.

La presidente di Italia Nostra Maria Claudia Peretti ha scritto al sindaco, Giorgio Gori, all’assessore alla Riqualificazione urbana, Francesco Valesini, e all’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla.

«Italia Nostra - si legge nel testo - ha letto con viva preoccupazione la notizia di stampa (L’Eco di Bergamo di mercoledì 8) in ordine alla volontà dell’amministrazione comunale di demolire l’ex stazione di servizio di via Baschenis, ed esprime la sua opposizione a questo intervento, ritenendolo non solo inutile ma contrario alla storia del Novecento della città».

«Come è ben noto, infatti, l’ex stazione di servizio di Via Baschenis è stata uno dei primi edifici con questa specifica destinazione realizzati in Bergamo (1938) e in un luogo di straordinaria importanza urbanistica: tra la strada di circonvallazione (le Muraine erano state demolite nel 1901) e l’innesto della nuova strada (via Baschenis) per l’autostrada Bergamo-Milano, inaugurata nel 1927».

«Secondo noi è importante che questo segno della storia urbana della Bergamo moderna rimanga e resti ben leggibile. Dovremmo poi soffermarci sulla pregevole architettura razionalista del manufatto (ancora quasi intatto), opera egregia dell’ing. Giancarlo Eynard, che giustamente fu inserito nell’inventario dei Beni Architettonici e Ambientali delle Aree Esterne del Comune di Bergamo con l’apposita Variante (n. 28/1988) al PRG. Si veda in proposito l’elenco predisposto dalla commissione di studiosi guidata dall’arch. Vanni Zanella».

«Sarebbe infine paradossale - aggiunge la presidente di Italia Nostra Bergamo - che a demolire l’opera giovanile più interessante dell’ing. Eynard in città fosse proprio il Comune di Bergamo: dove, alla sua morte, venne solennemente commemorato dal Consiglio comunale (seduta del 4/2/2002) come “ingegnere civile, uomo di sport, amministratore pubblico e uomo di cultura, funzionario pubblico e libero professionista”, a ricordo di “ottant’anni di intenso rapporto con la città e di impegno costante a favore della comunità bergamasca”».

«Secondo noi - conclude Italia Nostra - l’edificio e il relativo spazio d’intorno meritano pertanto d’essere salvaguardati e destinati ad una coerente funzione, possibilmente pubblica e culturale. Confidando nella condivisione di queste riflessioni porgiamo i migliori saluti».

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