L’8 marzo e la guerra dei fiori
Ascom: «No agli abusivi»

Si riaccende la querelle sulle vendite abusive di fiori sulle strade. Come sempre capita in occasione dei giorni di festa, l’8 marzo semafori, vie e piazze dei principali della città e della provincia saranno presi d’assalto da venditori irregolari di fiori. Questa volta però i negozianti non stanno a guardare e sferrano una controffensiva.

Per porre un freno al dilagare di questo fenomeno, nei giorni scorsi il Gruppo Fioristi Ascom Bergamo ha invitato le Amministrazioni, in una lettera rivolta a sindaci e assessori al commercio, a inasprire controlli e multe, soprattutto nei periodi delle ricorrenze, quando le vendite abusive dilagano. «Purtroppo il fenomeno negli ultimi anni nella nostra città, come anche a livello nazionale, è cresciuto ed è sfuggito di mano - dice Oscar Fusini, vicedirettore di Ascom Confcommercio Bergamo - non si sa chi sono queste persone, da dove vengono, chi li gestisce, come possono permettersi questo tipo di vendita. Chiediamo controlli più fitti per tutelare il lavoro di chi paga regolarmente le tasse e mette la propria faccia a disposizione dei clienti e delle forze dell’ordine. Non si tratta tanto di un tizio che vende fiori al semaforo, ma del fatto che si sta facendo morire una categoria».

Il messaggio di Ascom è chiaro: le tasse devono pagarle tutti, quindi è giusto pretendere chiarezza e trasparenza dai commercianti, ma bisogna fare attenzione anche a cosa accade fuori dai negozi. «Come ogni anno, con l’arrivo in particolare delle giornate di San Valentino, delle Feste della donna e della mamma si moltiplicano le vendite abusive di fiori e piante nelle strada e nelle piazze - spiega Adriano Vacchelli, presidente dei fioristi bergamaschi Ascom-. Questo è un fenomeno che si acuisce ogni anno ed oggi, a causa delle difficoltà e del perdurare della crisi, la nostra categoria è in grave difficoltà e tanti piccoli negozi, che illuminano i centri storici, sono costretti a chiudere».

Il fatto è che i venditori abusivi non hanno regole, non hanno spese, non hanno permessi, forse neppure i documenti di identificazione, alla faccia dei commercianti che ogni giorno trascorrono ore e ore in negozio, pagando tasse molto alte e subendo controlli di ogni genere. «Certamente chi vende abusivamente fiori in strada è vittima o colpevole del racket – denuncia Vacchelli - ma la conseguenza di questa illegalità ricade su tutti perché non si parla solo di sfruttamento ma anche di evasione di imposte e tasse. Di fronte a questo fenomeno ci sentiamo impotenti e chiediamo con forza l’aiuto e l’intervento delle Amministrazioni e la collaborazione dei consumatori che possono dare un contributo importante in questa battaglia».

Per sensibilizzare i cittadini, i fioristi Ascom promuovono la campagna «Rispondi no alla vendita abusiva, compra in negozio», una locandina che verrà diffusa nei negozi nei prossimi giorni e che i fioristi possono scaricare dal sito dell’associazione.

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