La corsa rosa e le scuole chiuse:
«Nessuno ha pensato ai disguidi?»

Nessuno ha pensato ai disguidi che la chiusura delle scuole per il Giro d'Italia crea alla famiglie? È la domanda che si pone un nostro lettore: si crea - scrive - la necessità di trovare qualcuno a cui affidare i bambini, o di dover prendere permessi. E chi li paga.

Nessuno ha pensato ai disguidi che la chiusura delle scuole per il Giro d'Italia crea alla famiglie? È la domanda che si pone un nostro lettore: si crea - scrive - la necessità di trovare qualcuno a cui affidare i bambini, o di dover prendere permessi.

Ecco la sua lettera
«Vi scrivo in riferimento al provvedimento della Prefettura rispetto alla decisione di chiudere anticipatamente le scuole in occasione del passaggio del Giro d'Italia a Bergamo allo scopo di "consentire a tutti i ragazzi e ragazze della città di assistere al passaggio della corsa rosa".

Parlo da genitore: nessuno ha pensato ai disguidi che ciò crea alla famiglie? Forse i ragazzi delle medie e superiori potranno andare a vedere i corridori, ma i più piccoli non credo proprio vadano da soli.

E quindi si crea la necessità di trovare qualcuno a cui affidarli, o a dover prendere permessi lavorativi, perchè a quanto mi risulta nessun datore di lavoro ha deciso di chiudere uffici e fabbriche "per consentire a tutti i lavoratori della città di assistere al passaggio della corsa rosa".

Sicuramente non il mio nè quello di mia moglie. Onestamente non capisco la ragione di questo provvedimento.

Distinti saluti da un grande appassionato di ciclismo».
Luca Raciti - Bergamo

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