La Maturità più bella al liceo Manzù
La storia di Fabiola,che pensa a Malala

Il grande applauso dei compagni della V G conclude al liceo artistico Manzù l’orale di maturità di Fabiola Viganò.

Un esame brillante, con l’ispettore provinciale Imerio Chiappa appostato fuori in ascolto: «Qualunque sarà la votazione finale, Fabiola ha guadagnato ogni punto della sua Maturità, non è stata fatto alcuna differenza. Sarebbe stata un’offesa alla sua dignità di studentessa e al suo cervello, visto che ne ha da vendere».

Fabiola ha in testa due progetti, che la dividono a metà, un po’ come la sua pettinatura bicolore: continuare con la grafica o seguire un grande amore sbocciato all’improvviso, la filosofia. «Vedrò, devo pensarci bene, perché a causa della malattia devo dosare le forze. Come grafica, i miei progetti sono minimalisti, amo l’impatto delle scritte e dei caratteri piuttosto che l’immagine e mi piace lavorare con i colori basici: bianco, nero rosso. Per un futuro professionale per me meglio essere free lance. Se scelgo la filosofia, mi piacerebbe insegnare».

Fabiola da alcuni anni è alle prese con una patologia che le indebolisce i muscoli, ma non certo la volontà di studiare. Per il tema ha scelto la traccia su Malala e il diritto allo studio: «So quanto conti poter studiare: a me il diritto allo studio è stato garantito in modo paritario: la scuola si è attivata, ha costruito un progetto che mi ha permesso di stare al passo con i miei compagni anche quando ero in ospedale, o quando, come quest’anno, a causa dei farmaci non potevo reggere la fatica del pendolare. Non in tutto il mondo è così, ho ripensato alla storia di Malala, alla battaglia che ha deciso di portare avanti, ho fatto dei paragoni».

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