La morra spopola al Bepiraduno
Senza il disordine pubblico...

Le mezze polemiche scaturite in settimana sulla morra si sono sciolte sotto il bel sole spuntato nel primo pomeriggio di sabato a Rovetta. Nessuna protesta e tanta partecipazione davanti all’evidenza di un contesto votato alla socialità, dove si è rievocato un gioco della tradizione.

Le mezze polemiche scaturite in settimana sulla morra si sono sciolte sotto il bel sole spuntato nel primo pomeriggio di sabato a Rovetta. Nessuna protesta e tanta partecipazione davanti all’evidenza di un contesto votato alla socialità, dove si è rievocato un gioco della tradizione. Nulla a che spartire insomma, con il disordine pubblico citato in una legge del 1931.

Così, se lo sguardo di organizzatori e numerosi partecipanti al 10° Bepiraduno fino al mattino era rivolto verso il cielo minaccioso, intorno alle 16 gli occhi si sono incollati ai tavoli posti sotto il tendone del parco. Sei le coppie partecipanti alla manifestazione: quattro provenienti dalla Val di Scalve, una da Valgoglio e un binomio misto da Clusone-Gromo.

I premi in palio sono vino, formaggelle e prodotti artigianali. Finalmente si parte. Si arriva al 21. Le braccia si tendono frenetiche e le voci si alzano cadenzando i numeri: «cèt, ot, nof, mura». Tra i tavoli non poteva mancare il Bepi: «Ho fatto due tiri una volta, ma per ora sono un incapace. Mi piacerebbe imparare perché è una disciplina affascinante dove poco è lasciato al caso. Inoltre, è più di un semplice gioco: fa parte della nostra storia e sarebbe un peccato perderlo».

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 24 agosto

© RIPRODUZIONE RISERVATA