La passerella aperta 24 ore su 24?
Gianni Mura: «Così sarà un baraccone»

Non tutti sono a favore della passerella di Christo. C’è anche chi contesta l’organizzazione, la gestione degli spazi, l’«uso-abuso» della natura. Dopo gli attacchi di Legambiente, una riflessione di Gianni Mura, scrittore e firma di punta del quotidiano «la Repubblica». Che la zona di Monte Isola la conosce molto bene.

Da più di 25 anni prende casa in affitto a Carzano, una delle frazioni di Monte Isola, ma Mura contesta la manifestazione: «Sicuramente è un’eccellente pubblicità per il lago d’Iseo, che richiamerà centinaia di migliaia di persone. Non so, però, quale può essere l’impatto su un’isola così piccola e con una struttura alberghiera estremamente limitata. Già non riesci a muoverti quando c’è la festa dei fiori di carta ogni cinque anni a Carzano. Se qui davvero arrivano tutte le persone che dicono, non lo so cosa succede».

Il grosso degli abitanti dell’isola vive l’opera con grande attesa e come un’occasione. Per qualcuno, invece, il Sebino ha la colpa di essersi sentito lusingato dalla scelta dell’artista di rango mondiale e di aver perciò accettato supinamente il suo progetto. Con entusiasmo acritico, dicono. Che, in fondo, è una sfumatura del provincialismo.

«Dal punto di vista degli abitanti dell’isola tutti o quasi hanno qualcosa da guadagnare, sia che abbiano un bar, sia che abbiano barche o bici da affittare. Quello che mi sembra eccessivo nei confronti dell’isola è il 24 ore su 24. Questo, secondo me, dà più la misura di un baraccone che del museo o dell’opera d’arte».

È giusto non barattare 16 giorni di mancata tranquillità con un’occasione che potrebbe far decollare l’intero lago?

«Il problema è cosa resterà di questa “16 giorni”. Se non resta niente è come quando nei paesi arriva il circo: dopo due giorni riparte, e chi s’è visto s’è visto».

E, in questo caso, dal 4 luglio non resterà che accontentarsi dei turisti che arriveranno per dire: qui c’era la passerella di Christo.

«Esatto. Magari bloccando il traffico per fotografare mentre la smontano. Il lato positivo, essendo il lago d’Iseo meno illuminato dai riflettori rispetto al Garda o al Lario, e forse anche al Maggiore, è che qualcuno scopra questo lago e quello che gli sta attorno».

Ma col rischio che venga snaturato, vero?

«Le piccole realtà hanno bisogno di piccoli numeri, non di grandi numeri. E quindi quello che a me fa più paura è un’invasione. Bonaria, naturalmente, ma pur sempre invasione. Certe bellezze richiedono calma e silenzio per essere apprezzate. Io credo che Monte Isola sia una di queste».

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