La raccolta differenziata la fai... davvero?
Italiani «sostenibili», ma non sempre

Che rapporto hanno gli italiani con l’ambiente? Adottano sempre comportamenti sostenibili nella vita di tutti i giorni? Manifestano una spiccata coscienza ecologica e cognizioni adeguate su come differenziare i rifiuti? Sanno davvero dove buttare il vecchio cellulare o come smaltire il frigorifero rotto?

Ha risposto a queste domande l’indagine online «Conosciamo l’Ambiente», condotta su un campione di circa 2.500 consumatori italiani da Adiconsum, ed Ecodom, il principale Consorzio Italiano per il Recupero e Riciclaggio degli Elettrodomestici, sul livello di conoscenza e di consapevolezza dei consumatori italiani in materia di ambiente, raccolta differenziata e Raee, ovvero Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, grandi e piccole.

Il 71% dei consumatori intervistati ha dichiarato di informarsi attraverso i mass media, il 14% fa parte di un’associazione che si occupa di ambiente e circa il 13% partecipa periodicamente a seminari o convegni sul tema. Il 60% degli intervistati, inoltre, si sente in prima persona «molto responsabile» della salvaguardia dell’ambiente in cui vive, dimostrando una coscienza ecologica particolarmente sviluppata e critica; ma ben il 71% del campione sostiene che le responsabilità maggiori siano da attribuire alle Istituzioni.

I consumi energetici sono al 1° posto tra i fattori critici su cui agire per migliorare la qualità dell’ambiente (85%). Seguono, a pari merito, con il 75% delle risposte, l’inquinamento dell’acqua, la presenza degli elettrodi/antenne, lo spreco di acqua, l’inquinamento del suolo e del sottosuolo.

Solo il 4% del campione ritiene ottima la qualità dell’ambiente in cui vive; per il 9% è buona, per il 16% sufficiente, scarsa per il 31% e discreta per il 40%.

Il 70% del campione è in grado di dare una definizione corretta di Raee e il 90% degli intervistati dichiara di sapere che è obbligatorio fare la raccolta differenziata anche per i Raee, ma poco diffusa è la corretta informazione sul livello di inquinamento prodotto dagli elettrodomestici dismessi.

Per quanto riguarda i grandi elettrodomestici, il 74% conferma di portarli all’isola ecologica quando ha necessità di smaltirli, mentre il 26% si avvale dell’aiuto dell’azienda di igiene urbana per il ritiro a domicilio.

Meno informati e consapevoli, invece, sono gli italiani in merito allo smaltimento dei piccoli elettrodomestici: il 7% dichiara di averli buttati nel sacco della spazzatura, il 3% nel cassonetto stradale, mentre per il restante 90% l’unica soluzione è portarli alle isole ecologiche; nessuno degli intervistati afferma di aver mai riconsegnato al proprio rivenditore un piccolo elettrodomestico rotto. Pochi conoscono, infatti, le norme che disciplinano la raccolta dei Raee: dal mese di aprile 2014 è stato introdotto l’obbligo da parte dei rivenditori (per i negozi con superficie superiore ai 400 mq) del ritiro «uno contro zero» dei Raee di piccolissime dimensioni, mentre solo il 60% del campione sa che esiste l’obbligo di ritiro «uno contro uno» (in vigore da giugno 2010), ma è stato utilizzato da pochi.

La principale difficoltà nel differenziare i rifiuti risulta quella dovuta all’inadeguatezza del servizio di raccolta a domicilio (per il 57%), seguita dalla suddivisione dei rifiuti troppo complicata (29%) e dal limite posto dagli orari di apertura delle isole ecologiche (14%). Solo il 2% del campione coinvolto giudica ottimo il sistema di raccolta differenziata del proprio Comune; per il 29% è buono, discreto per il 22%, sufficiente per il 18% e scarso per il 29%.

« Questa indagine – continua Pietro Giordano, presidente nazionale di Adiconsum - rappresenta un punto di arrivo ed al contempo di ripartenza di un percorso più ampio che stiamo portando avanti per promuovere un modello di mercato non più sterile e incentrato solo sul profitto, ma proiettato verso la sostenibilità. Una sostenibilità che, a nostro avviso, deve essere coniugata su più fronti: economico, sociale, ed infine, ma non ultimo, ambientale, che non possono prescindere l’uno dall’altro. La sostenibilità ambientale ha delle potenzialità enormi per lo sviluppo del Paese. All’informazione e alla consapevolezza dell’importanza dello smaltimento va accompagnata l’informazione e la consapevolezza dell’importanza del recupero e del riciclo».

«La conoscenza è il primo passo verso la consapevolezza. Avere ben chiaro che il futuro dell’ambiente in cui viviamo è nelle nostre mani è un ottimo punto di partenza – sostiene Giorgio Arienti, Direttore Generale di Ecodom. - La conoscenza, però, è solo uno dei due elementi che servono per decidere. L’altro elemento è la volontà. La volontà di ciascuno di noi, che con i propri comportamenti può giocare un ruolo decisivo nel trasformare un “rifiuto” in una “risorsa” per il Paese; ma anche – forse, soprattutto – la volontà delle Istituzioni, cui spetta il compito sia di informare che di mettere a disposizione dei cittadini norme più semplici e servizi ambientali adeguati».

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