La rapina alla villa di Caldara
Condannato il bandito con l’orticaria

Dieci anni per rapina, tentato sequestro e associazione per delinquere. È la pena che ieri ha rimediato in abbreviato Eugenio Russo, 27 anni, parrucchiere di Monasterolo.

Già protagonista di un assalto in banca con sparatoria in cui rimase ferito un poliziotto in Slovenia, Russo è accusato di far parte della banda del Ragno, ossia Giambattista Zambetti, 57 anni, in carcere con l’accusa di essere a capo di un’organizzazione dedita alle estorsioni e all’usura in Valcavallina, ed era l’unico ad aver scelto il rito alternativo.

Il parrucchiere doveva rispondere di associazione per delinquere, di un tentato sequestro con Mattia Zambetti, il figlio del Ragno, nei confronti di un imprenditore (Dario Pandolfi, 64 anni, di Gorgonzola, successivamente finito in carcere per usura) che alla banda doveva 150 mila euro, e del colpo (insieme a Zambetti jr e a un terzo complice) nella villa di Filippo Caldara, della nota famiglia di commercianti di giocattoli.

Una rapina dalle modalità odiose, perché i banditi per appropriarsi di 20 mila euro non avevano esitato a prendere in ostaggio la moglie incinta del padrone di casa e a strappare dalle braccia alla donna il figlioletto di 18 mesi. Era il 2 dicembre 2010, ma in quell’abitazione la temperatura doveva essere piuttosto alta, se uno dei malviventi aveva deciso di togliersi il passamontagna.

La signora aveva notato il viso, riconoscendo Russo prima nelle foto segnaletiche «al 50-60%», poi al 100% nel luglio scorso, durante una ricognizione«de visu» nel carcere di Parma dove il parrucchiere è tuttora detenuto. Aveva una faccia liscia, ricordava la donna.

E questo è stato uno dei punti messi in discussione in una memoria presentata dal difensore, l’avvocato Alessandro Turconi, che nelle scorse udienze aveva chiesto l’assoluzione (il pm Maria Cristina Rota aveva invocato una condanna a 14 anni). Scrive il legale che all’epoca Russo era debilitato da un’intossicazione da farmaci che gli aveva provocato un’orticaria. Aveva delle macchie rosse in viso e sul resto del corpo.

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 7 ottobre 2014

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