La tragedia di Bottanuco e Segrate
«Papà, noi ti abbiamo perdonato»

Lettera aperta dei figli dei coniugi Magrì. «Papà, non condividiamo né giustifichiamo il tuo gesto. Mamma, papà, ci mancate: vi amiamo immensamente». Venerdì 11 aprile alle 15 i funerali nella chiesa di Cerro di Bottanuco

Venerdì 11 aprile alle 15 a Cerro di Bottanuco si celebrano i funerali di Domenico Magrì e di sua moglie Maria Artale, protagonisti della terribile tragedia di giovedì 3 aprile. Magrì, al culmine di una lite, ha prima ucciso a Segrate il socio Carmelo Orifici, per poi tornare a casa a Cerro di Bottanuco dove prima ha ucciso la moglie (invalida da anni) per poi togliersi la vita. Una storia che ha lasciato sconvolte molte persone, sollevando tanti interrogativi, tutti drammatici.

I figli dei coniugi Magrì, tramite il loro avvocato Benedetto Maria Bonomo, hanno scritto una lettera, struggente: parlano di amore nei confronti dei loro genitori, di perdono verso quel padre vittima di un momento di follia. «Ci mancate, e questo vuoto che si è creato sarà per sempre incolmabile, ma vi amiamo immensamente». E poi il passaggio più toccante:«Papà il gesto compiuto, non lo condividiamo e non lo giustifichiamo, ma i tuoi figli e i tuoi nipoti ti hanno perdonato»

«Iniziamo ringraziando la Vostra testata nel darci l’opportunità di poter scrivere questa lettera aperta, per tutti i lettori che come noi si chiedono perché queste tragedie accadono.

Non ci sono parole o commenti per giustificare azioni che non dovrebbero essere mai compiute dall’essere umano, perché la vita ci è stata donata ed è preziosa, quale Dono Divino più grande di questo?

Caro Papà, cara Mamma, ognuno di noi sceglie i propri genitori quando si viene al mondo, ora comprendiamo pienamente perché proprio voi. L’amore, la famiglia, l’unione, il rispetto, l’umiltà, l’armonia, l’essere sempre uniti nel dolore nella gioia e nella malattia, sono ingredienti che avete radicato da sempre dentro di noi. Papà, tu ci volevi sempre proteggere, anche se qualcosa ti tormentava ci dicevi sempre:”Voi non dovete preoccuparvi, ci penso io”; era difficile scalfire la tua corazza, anche perché tu prontamente sviavi il discorso dicendoci di pensare alla mamma, ai nipoti e alla famiglia.

Chi ti conosceva non si da pace. Uomo Buono, generoso, amorevole, rispettoso, conservatore, incapace di fare del male; di poche parole, ma integro di valori e principi e se davi la tua parola per te era sacro rispettarla. Hai improntato la tua e la nostra vita nell’amore per la famiglia ed anche il tuo gesto estremo di portare con te la mamma, è stato un atto d’amore perché non avrebbe potuto sopportare un altro grande dolore dopo 14 anni di sofferenza dovuta alla malattia.

Ci mancate, e questo vuoto che si è creato sarà per sempre incolmabile, ma vi amiamo immensamente.

Papà il gesto compiuto, non lo condividiamo e non lo giustifichiamo, ma i tuoi figli e i tuoi nipoti ti hanno perdonato. A voi lettori possiamo dire aprite il vostro cuore, amatevi e amate, non tenete dentro rancori e malumori, ma parlatene ai vostri cari. A tutto c’è una soluzione se solo ascoltassimo il nostro cuore, generate amore, basta sofferenze e tragedie, trovate la forza in voi come noi la stiamo cercando in noi».

Figli di Domenico e Maria Magrì

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