Lacci e buche per catturare caprioli
Denunciato bracconiere a Sorisole

Gli agenti del Nucleo ittico venatorio del corpo di polizia hanno scoperto un sistema di cattura per ungulati che era anche un potenziale rischio per le persone, bambini in particolare, che potevano transitare sul sentiero di montagna.

L’accertamento è avvenuto a Sorisole, dove gli agenti hanno scoperto anche un capriolo maschio, ormai privo di vita, intrappolato in un laccio metallico predisposto in un punto di passaggio di selvaggina. All’albero ove era ancorato il laccio metallico era anche appeso un campanaccio che suonava nel momento in cui un animale si imprigionava nel laccio. Poco distante, la pattuglia del Nucleo ittico venatorio ha scoperto altri 5 lacci attivi per la cattura di ungulati, collegati a un campanaccio e, tramite un altro filo lungo circa 40 metri, alla campana che fungeva da campanello di ingresso di uno stabile rurale posto nelle vicinanze.

Sul sentiero di passaggio utilizzato dagli animali selvatici che dal bosco escono sul prato c’era anche una buca trappola appositamente scavata (circa 1 metro per 1,50, profonda 1,50), nei pressi della quale era stato creato – con della rete elettrosaldata – un passaggio «obbligato» per indurre gli animali a passare proprio in quel posto. All’interno della buca, ricoperta con fieno e zolle di erba, vi era un’altra rete posizionata in modo tale che se qualche animale fosse caduto nella buca non ne sarebbe più uscito, non avendo punti d’appoggio per le zampe. In zona vi era la presenza di un’altana per aspettare il passaggio degli animali selvatici.

Gli agenti hanno identificato l’autore che ha ammesso le responsabilità per i lacci e la buca/trappola. All’interno dello stabile rurale sono stati rinvenuti: un fucile calibro 12 tipo doppietta privo di matricola; un fucile tipo «Flobert» calibro 9 monocanna; tre carabine ad aria compressa cal.4,5 mm., di cui due prive di matricola e marca; cartucce a pallini calibro 12 e 16 e un visore notturno.

Sono in corso gli accertamenti per verificare la provenienza e legittimità delle armi in collaborazione con la questura e i carabinieri. Al trasgressore, che non aveva mai conseguito il porto di fucile per uso caccia, la Polizia provinciale ha contestato: l’utilizzo di mezzi vietati (lacci metallici e la costruzione di una buca/trappola) per la cattura di fauna selvatica, l’abbattimento di un capriolo, specie cacciabile ma esclusivamente in caccia di selezione, ovvero con assegnazione personale del capo da abbattere ad ogni cacciatore specializzato, che abbia frequentato corsi appositi per la distinzione ed il riconoscimento delle classi di età e del sesso di ogni singolo animale e la detenzione abusiva di armi comuni da sparo e la custodia delle stesse senza la dovuta diligenza.

I lacci e le armi sono stati sequestrati, mentre la buca/trappola è stata resa inattiva, intimando al proprietario del terreno di procedere alla chiusura della stessa.

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