L’avvocato del Comune al processo
«Moro chiese, ma non fece pressioni»

«Diedi a Marcello Moro informazioni sulla pratica di Sant’Agostino, ma non ricevetti pressioni né sollecitazioni in denaro da lui, né da nessun altro». L’avvocato Vito Gritti, legale di Palazzo Frizzoni, in aula ha fornito la sua ricostruzione dei fatti.

Al processo per corruzione a carico dell’ex assessore comunale, Marcello Moro, Gritti ha anche aggiunto: «L’imprenditore Pierluca Locatelli? Mai visto né conosciuto in vita mia».

La sua è una posizione particolare. Locatelli sostiene infatti di aver ricevuto da Moro richiesta di una tangente da 100 mila euro: «Lui mi disse che metà erano per l’avvocato del Comune» afferma l’imprenditore.

Parole che hanno tirato in ballo il legale, peraltro autore della proposta di delibera dell’ottobre 2009, poi approvata dalla giunta Tentorio, con cui si sbloccava il pagamento da parte di Palafrizzoni alla ditta toscana Baldassini e Tognozzi, vincitrice dell’appalto per i lavori al complesso monumentale di Sant’Agostino.

Una transazione a cui Locatelli era interessato perché vantava un credito, per aver lavorato in subappalto sul cantiere. Gritti non è imputato: il pm Giancarlo Mancusi ha stralciato la sua posizione e non ha chiesto il processo (cosa invece fatta per Marcello Moro) ma il legale è ancora formalmente indagato.

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