«Le tracce sul furgone? Nessun valore»
Nuova istanza di scarcerazione pronta

Le presunte tracce del furgone trovate sui vestiti di Yara non hanno alcun valore. Lo dice la difesa di Massimo Bossetti, che sta elaborando una propria perizia da contrapporre a quella dei Ris di Parma.

I carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche avrebbero scoperto sui leggings e sul giubbotto di Yara decine di fibre gialle, blu, grigie e celesti, compatibili con il tessuto sintetico di cui sono fatti i sedili dell’autocarro Iveco «Daily» dell’indagato. Si tratta di sedili di serie, ma gli inquirenti sono convinti che le tracce siano riconducibili proprio al mezzo del muratore di Mapello, perché era l’unico – dice l’accusa – nella zona di Brembate Sopra la sera del 26 novembre 2010, come testimonierebbero le telecamere e un’indagine effettuata controllando la posizione di altri 2 mila camioncini uguali nel Nord Italia.

Secondo la difesa, invece, il dato non dimostrerebbe nulla. «Stiamo ancora lavorando, ma ci risulta – afferma il criminologo Ezio Denti, consulente di parte – che il tessuto di cui sono fatti i sedili del furgone di Bossetti è fabbricato da una ditta tedesca, che almeno fino al 2008 era fornitrice di diverse case automobilistiche. Quel tipo di sedili, potenzialmente, potrebbe essere montato su migliaia di veicoli diversi».

Gli inquirenti sono invece certi di aver trovato un altro indizio pesante nei confronti del muratore. Se è vero che i suoi erano sedili di serie e quindi potenzialmente presenti su numerosi altri veicoli, non bisogna dimenticare un dato essenziale: sugli indumenti di Yara c’è il Dna di Bossetti, non quello di altri possessori di Iveco «Daily».

Nel frattempo venerdì 20 febbraio in mattinata, il difensore di Massimo Bossetti, Claudio Salvagni, depositerà al tribunale del riesame una nuova istanza di scarcerazione per il muratore arrestato il 16 giungo scorso per l’omicidio di Yara Gambirasio. La richiesta fa seguito al rigetto della istanza di scarcerazione da parte del gip di Bergamo, Ezia Maccora, nei giorni scorsi. Il 25 febbraio della vicenda dovrà occuparsi anche la Cassazione.

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