Lega: Maroni eletto segretario
«Niente finale, subito al lavoro»

Roberto Maroni, con un voto a scrutinio palese tra i 630 delegati del partito, è stato eletto a stragrande maggioranza nuovo segretario generale della Lega Nord. «Già da stasera - ha detto -, invece di guardare la partita di calcio, mi metterò al lavoro».

Roberto Maroni, con un voto a scrutinio palese tra i 630 delegati del partito, è stato eletto a stragrande maggioranza nuovo segretario generale della Lega Nord. «Già da stasera - ha detto -, invece di guardare la partita di calcio, mi metterò al lavoro».

«In settimana - ha aggiunto - nominerò tre vice segretari, un vicario del veneto, la squadra che mi affiancherà in questa avventura. Sono a disposizione dei militanti, sono un semplice militante della lega momentaneamente incaricato di essere segretario. Bossi per me è mio fratello lo porterò sempre nel cuore». E poi rivolto ai militanti: «Voi siete i nostri diamanti, voi siete la nostra ricchezza e il nostro futuro».

A sorpresa, al termine dell'intervento di Roberto Maroni, ha preso la parola nuovamente Umberto Bossi, che riprendendo la parabola legata a Re Salomone, ha spiegato: «Ho fatto come la donna di quella parabola che lascia il bambino alla rivale pur di non farlo tagliare a metà. Il bambino è tuo».

Il secondo e ultimo giorno del congresso federale della Lega Nord era partito con il coro delle centinaia di militanti presenti al Forum di Assago che inneggiavano "Secessione! Secessione!". Poco prima aveva fatto il suo ingresso Roberto Maroni, candidato unico alla segreteria, accolto da un lungo applauso. Per lui ancora lo striscione "grande Bobo". Striscioni anche per Umberto Bossi.

"La Lega non ha rubato niente. I ladri sono a Roma, sono farabutti i romani non sono padani" ha affermato Bossi. "Qualcuno ha aperto la fortezza della Lega dall'interno. Siamo qui in conseguenza dell'attacco della magistratura. Lo dicevo: se non riescono con la forza cercheranno con l'oro. È facile capire chi è: è l'amministratore sbagliato, l'ex tesoriere Belsito". 

"Voglio vedere se avete fatto degli imbrogli sullo Statuto" ha detto Bossi dal palco. Luca Zaia lo ha tranquillizzato: "Nessun imbroglio. È stato votato all'unanimità ". "E questo è già preoccupante".

"Quelli che alzavano le scope, se andiamo a fondo, farebbero bene a non alzarle troppo" ha detto il Senatur citando la manifestazione dell'Orgoglio leghista. "C'era uno ridicolo, urlava - ha continuato - Poi il suo autista invece di farlo pagare dal suo comune lo faceva pagare dalla Lega. Meglio stare tranquilli".

"Il sogno leghista è una cosa sola. Lo dico per gli imbecilli che girano con il tricolore e stanno nella Lega. Il sogno è la Padania libera". Così Umberto Bossi dal palco del congresso della Lega Nord. "Quando vedevo avanzare una corrente nella Lega - prosegue - ero preoccupato non tanto per la Lega perchè c'era il rischio che morisse il sogno nella testa di tanta gente".

La folla lo interrompe con il grido "secessione": "Esatto, esatto", risponde Bossi. Il Senatur ha ricevuto una standing ovation, pur non completa, dai militanti arrivando al congresso federale della Lega Nord. E ne ha ricevuta una, sollecitata da Luca Zaia, quando ha terminato il suo intervento dal palco.

Ma il discorso del Senatur al Forum di Assago sembra non aver unito i circa 4 mila leghisti presenti, che nel complesso hanno accolto tiepidamente le parole del presidente del movimento e, anzi, gli spalti si sono divisi parecchie volte tra chi applaudiva e chi no. Tanti hanno battuto le mani e altrettanti si sono astenuti quando Bossi, per esempio, ha criticato chi di recente ha "alzato le scope" nel Carroccio.

Più applausi nel complesso quando ha detto, a proposito dei recenti scandali, che "certo qualcuno ha aperto la fortezza della Lega dall'interno". Pochissimi riscontri dai militanti invece per i passaggi sui rapporti con la Svizzera e le macro regioni europee. Silenzio, infine, quando ha criticato l'ex tesoriere Francesco Belsito come se fosse stato messo nella Lega da qualcuno che ha operato dall'esterno.

Dopo aver ricevuto l'ultima standing ovation Bossi ha lasciato la sala del congresso e segue i lavori da una saletta attigua dove ha ricevuto i saluti dai vari dirigenti del Carroccio.

Alle 13 una standing ovation di quasi tutto il Forum di Assago ha accolto Roberto Maroni sul palco per il suo intervento al congresso federale della Lega. "Voglio dirlo subito: patti chiari, amicizia lunga. Non me l'ha ordinato il medico di fare il segretario federale". 

"Ho passato tutte le stagioni della Lega fin dall'inizio quando con Bossi -prosegue - abbiamo cominciato a costruire questo straordinario movimento politico". Il segretario federale "lo voglio fare come deve essere fatto da statuto: senza tutele, senza commissariamenti, senza ombre e con il coinvolgimento di tutti".

"Io vorrei che da domani si ricominciasse a lavorare tutti insieme: chi è qui per lavorare sarà benvenuto, chi è qui per chiacchierare a vanvera può andarsene domani mattina".Così Roberto Maroni al congresso della Lega Nord che lo eleggerà segretario del Carroccio.

"Oggi non c'è la nuova Lega, oggi parte la Lega Nord per l'indipendenza della Padania". "Non sarà facile recuperare la fiducia di chi non ci vota più, ma io ci credo. Voglio che la Lega torni ad essere la Lega Nord 'la potentissimà, come è stata negli ultimi decenni". 

"Ci credo perchè la Lega ha fatto sempre l'analisi giusta - prosegue Maroni - È sempre stata lucida nel capire prima cosa sarebbe avvenuto. Noi siamo qui e ripartiamo con grande forza".

"Noi non siamo contro l'Europa e contro l'euro, a condizione che si possa creare una nuova Europa. Siamo pronti a contribuire alla nuova Europa, altrimenti è meglio uscire dall'euro e poi succederà quello che deve succcedere".

"Via da Roma sarà la strada" che significa "lasciare tutte le poltrone romane". Così Roberto Maroni al congresso della Lega Nord che deciderà se la delegazione del Carroccio abbandonerà il Parlamento. Dobbiamo "chiudere almeno 10 ministeri inutili. A partire da quello della Coesione sociale: sono soldi buttati nel cesso".

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