Legge anti-slot, ecco i dettagli

La legge 8 del 2013 e le successive delibere attuative prevedono misure concrete per limitare il gioco d’azzardo sul territorio regionale, tra cui:

- l’obbligo di distanza, per l’autorizzazione all’installazione di nuove macchinette, ad almeno 500 mt da scuole, chiese, ospedali, strutture socio- assistenziali e altri luoghi individuati come “sensibili”;

- la predisposizione di un piano di contrasto che indica: i ruoli delle Asl nel contrastare questa nuova tipologia di dipendenza; i criteri per l’erogazione di voucher collegati a questa patologia; la collaborazione con le associazioni impegnate nella lotta alla ludopatia; i requisiti di una campagna informativa ad hoc che prevede anche la predisposizione di un numero verde dedicato; la formazione obbligatoria per gestori delle sale da gioco e titolari degli esercizi dotati di slot;

- la creazione di un marchio «No slot» da individuarsi attraverso un concorso tra le scuole superiori di secondo grado;

- la funzione di controllo demandata alla Polizia Locale con sanzioni applicabili comprese tra un minimo di 1.000 a un massimo di 15.000 euro;

- la completa detassazione ai fini di addizionale regionale Irap degli esercizi che disinstallano le macchinette e il raddoppio dell’addizionale per quelli che invece decidono di mantenerle;

- un regolamento attuativo da parte della Giunta che disciplini modalità tecnologiche per evitare l’accesso ai locali adibiti a sale slot ai minorenni.

Al fine di tenere monitorata l’efficacia delle azioni di contrasto alla ludopatia, è stato recentemente istituito un gruppo di lavoro che riunisce i principali attori interessati dalla problematica come Asl, Sert, delegazione Anci, associazioni di categoria per proseguire con una strategia comune e condivisa.

La legge sta facendo scuola in materia di contrasto alla ludopatia: infatti prima il Governo ha deliberato la non impugnativa della legge regionale 8 e successivamente il T.a.r. Lombardia sez. IV ha ritenuto legittima la sua applicazione per negare una autorizzazione a Cantù, nel Comasco. Anche il Ministero dell’Interno in una recente circolare ha ammesso che il regime di pubblica sicurezza convive con eventuali norme di legge regionali o regolamentazioni comunali che, muovendo su un piano diverso rispetto a quello della licenza di polizia, pongono limiti e preclusioni all’apertura di sale da gioco e sale da Bingo o dove ci sono slot machine e simili, di fatto confermando con questa interpretazione l’efficacia della legislazione regionale.

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