Legge di Stabilità e inversione dell’Iva
Preoccupazione per le aziende montane

C’è preoccupazione per il futuro di tutto il comparto agroalimentare e in particolare per quello delle aziende di montagna che rischiano gravi problemi di liquidità e conseguenze sugli investimenti.

L’approvazione della Legge di stabilità e del cosiddetto reverse change - il meccanismo cioè dell’inversione contabile per l’Iva per le vendite di prodotti alla grande distribuzione - non fa dormire sonni tranquilli. A lanciare l’allarme è stato l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava.

«Con i tempi di rimborso che ha mediamente lo Stato - ha spiegato - il rischio è che vengano fortemente compromesse le aspirazioni di crescita delle aziende, che in alcuni contesti come questo di montagna diventano fondamentali per la sopravvivenza stessa».

Il problema è l’Iva, che non verrà più incassata direttamente: secondo quanto contenuto dalla Legge di Stabilità, le imprese fornitrici non incasseranno più l’Iva al momento in cui cedono la merce alla grande distribuzione, ma dovranno appunto attendere di ricevere un rimborso dallo Stato.

«Molte realtà si troveranno a fronteggiare gravi problemi di liquidità - ha detto Fava - che nel caso delle cooperative di produttori agricoli potrebbe avere ripercussioni negative sugli investimenti, nonostante questi possano beneficiare di misure di sviluppo, contenute nel Programma di sviluppo rurale e legate all’innovazione, alla multifunzione, all’agricoltura di montagna».

L’inversione contabile dell’Iva, ha precisato l’assessore all’Agricoltura Fava, «si ripercuote sulla gestione ordinaria, che non può beneficiare dei contributi del Psr».

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