Leitner e Radosta, la mafia dietro l’evasione dal Gleno

Dietro l’evasione di Max Leitner e Emanuele Radosta, i due detenuti che nell’ottobre 2004 fuggirono dal carcere di via Gleno con la complicità di un agente della penitenziaria c’era la mano della mafia. È quanto emerge dall’indagine della Squadra mobile di Bergamo, che insieme alla questura di Brescia, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Brescia, ha portato a termine l’altra notte l’operazione Alcatraz, con decine di perquisizioni in tutta Italia e l’arresto di nove persone.A tutti gli arrestati, ritenuti a vario titolo fiancheggiatori, finanziatori o promotori dell’evasione prima, della latitanza poi di Leitner e Radosta, viene contestata l’aggravante dei reati maturati in ambito mafioso. La mente di tutta l’operazione criminale sarebbe un siciliano ex compagno di cella di Radosta e tra i complici ci sarebbe anche un’amica d’infanzia del siciliano. Per finanziare la latitanza e pagare l’agente che aiutò i detenuti a fuggire sarebbe servito un carico di hashish (più di 50 chili) dal Marocco alla Sicilia, poi intercettato.(07/04/2006)

© RIPRODUZIONE RISERVATA