Lombardia, tira una brutta aria
Ma Bergamo respira benino

Dopo un 2014 che aveva alimentato qualche speranza di cambiamento, in Lombardia torna la solita brutta aria.

A certificarlo sono le centraline Arpa dei capoluoghi di provincia, che da ieri collocano il capoluogo lombardo oltre ogni limite di polveri sottili, sia per la concentrazione media che per il numero di giorni all’anno (35) per i quali la Ue considera tollerabile il superamento della soglia di 50 microgrammi/mc. Ma a sorpresa Bergamo se la cava.

I valori registrati sono infatti pari a 41,2 microgrammi, ben sotto i 55,9 di Lodi, i 55,4 di Pavia, i 54,7 di Milano, i 54,4 di Cremona, i 51,8 di Mantova, i 51,7 di Brescia e il 49,3 di Monza. Meglio di Bergamo stanno Como (37,3), Sondrio (35,3), Varese (34,7) e Lecco (28,8). Per quanto riguarda i giorni di superamento, Bergamo è a quota 17, contro i 41 di Pavia e i 36 di Cremona e Milano. Lodi ha raggiunto quota 35, mentre sotto la soglia ci sono Mantova e Monza a quota 33, Brescia a 32, Como e Varese a 14, Sondrio a 11 e Lecco ad 8.

Quest’anno la «rosa delle correnti» ha prelevato le masse d’aria più inquinate dell’area metropolitana spingendole verso sud e risparmiando i capoluoghi sopravento, pertanto livelli di inquinamento più accettabili si sono registrati a Bergamo, mentre l’aria è risultata respirabile nelle città alpine e prealpine: Lecco, Sondrio, Varese e Como dispongono ancora di un consistente bonus di giornate di sforamento tollerato, nonostante i fumi di caminetti e stufe molto diffuse nelle località alpine e prealpine. Una Lombardia dunque pneumologicamente spaccata in due, in cui i polmoni di un lecchese nel 2015 hanno inalato la metà delle polveri penetrate negli alveoli di un lodigiano.

«Sappiamo bene che l’inquinamento ha molte fonti, ma i dati sulle emissioni da traffico sono chiarissimi e non concedono scappatoie» spiega Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, ricordando che nelle aree urbane lombarde il 56% delle emissioni primarie di polveri e il 67% di quelle di NOx derivano da traffico veicolare.«La strada maestra è quella di ridurre il traffico nella regione più motorizzata d’Europa: in Lombardia con 246 autovetture per 2 chilometri, siamo al doppio dell’intensità di motorizzazione di Germania e Regno Unito, e ad oltre 4 volte quella della Francia. Se non si lavora per invertire questa anomalia, migliorando il trasporto pubblico per ridurre il ricorso all’auto di proprietà, e puntando sulla logistica ferroviaria per il trasporto merci, gli obiettivi di risanamento dell’aria resteranno irraggiungibili».

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